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Un milione per il bacino e per l’oasi

Il grande bacino di laminazione di Caldogno, inaugurato nel novembre del 2016. ARCHIVIO
Il grande bacino di laminazione di Caldogno, inaugurato nel novembre del 2016. ARCHIVIO
Il grande bacino di laminazione di Caldogno, inaugurato nel novembre del 2016. ARCHIVIO
Il grande bacino di laminazione di Caldogno, inaugurato nel novembre del 2016. ARCHIVIO

Un milione di euro per la riqualificazione post bacino di laminazione alla periferia nord-ovest di Caldogno. A due anni dall’inaugurazione dell’opera idraulica a protezione del territorio e della città di Vicenza dalle alluvioni, la Regione è infatti pronta a staccare un assegno per coprire più della metà del milione e 750 mila euro previsto per gli interventi di compensazione nell’area di via Vegre e di via Pomaroli. Formalmente manca ancora il passaggio consiliare per l’approvazione dello schema di accordo tra il governo regionale e l’amministrazione calidonense, ma la comunicazione arrivata qualche giorno fa da Venezia è chiara: l’ente locale riceverà a breve, questione di settimane, forse giorni, l’ingente somma che consentirà di far partire i lavori di ripristino e bonifica dei territori toccati in questi anni da scavi e costruzioni. Tra questi anche la dibattuta oasi Vegre che, come precisa l’assessore all’urbanistica ed ex sindaco Marcello Vezzaro, «la Regione ci dice di fare, perché inclusa negli accordi pregressi». Con la prima consistente tranche di fondi tra quelli a disposizione per il completamento e l’integrazione del bacino artificiale, si andrà a mettere in sicurezza, sistemare e migliorare in particolare tre punti oggi critici, ovvero via Pomaroli, il ponte sul Timonchio e via Vegre stessa, fortemente compromessa dal passaggio di mezzi pesanti e di cantiere nei mesi e negli anni scorsi. Dal punto di vista della sicurezza idraulica sarà realizzata un’opera di regimazione delle acque piovane in via Pomaroli, soggetta a frequenti allagamenti e si provvederà a rinforzare il ponte lungo via Vegre, per garantirne la tenuta in caso di piena. Sempre in via Vegre, ma non solo, essendoci 21 mila metri quadrati di asfalto sotto la lente, si aggiusterà e farà manutenzione al manto stradale mentre, per quanto riguarda il collegamento e la fruibilità dell’area del bacino ai residenti e non, si predisporrà una mini-viabilità adatta, compresi i percorsi tra le nuove case sorte nell’area e i campi agricoli dei proprietari. Sul capitolo dell’oasi naturalistica, di cui negli anni si è detto tutto e il contrario di tutto, la certezza è ora che si farà, ma in versione ridotta: solo, per il momento, su quei 7 mila metri quadrati già nelle disponibilità della Regione e su cui già aveva dato garanzie Zaia al momento dell’inaugurazione dell’area di laminazione, nel 2016. A farsi carico della realizzazione delle opere complementari il Comune, che ha già ricevuto 30 mila euro per lo studio di fattibilità tecnica. «Il terreno per l’oasi è pronto, per farlo tornare ad essere meta di specie migratorie, come alla sua formazione, non ci vorrà molto, dovremo solo alimentarlo nuovamente con l’acqua - spiega Vezzaro -. Poi nulla vieta che si possa ampliare, qualora si arrivasse ad un accordo con i proprietari che possiedono i lotti attigui». «Da definire però - precisa subito Vezzaro - ci sarà anche l’utilizzo dell’area del bacino, e quindi dell’oasi, da parte dei cacciatori, cui non possiamo impedire l’accesso e anche la possibilità di farne un progetto pilota da estendere magari ai Comuni limitrofi, in un’ottica di tutela ambientale». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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