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Un codice etico
per gli assessori
«Trasparenza»

Una seduta del Consiglio quando Vezzaro era sindaco. ARCHIVIO
Una seduta del Consiglio quando Vezzaro era sindaco. ARCHIVIO
Una seduta del Consiglio quando Vezzaro era sindaco. ARCHIVIO
Una seduta del Consiglio quando Vezzaro era sindaco. ARCHIVIO

Giulia Armeni

Un plico riservato, privato, fatto recapitare ai capigruppo di maggioranza e di minoranza per mettere a nudo quello che, secondo il mittente, sarebbe il “metodo Vezzaro”.

Ossia il modo di fare politica dell’ex sindaco di Caldogno, oggi assessore all’urbanistica, tra gli amministratori locali più amati e longevi della provincia, abituato a stare sotto ai riflettori e dunque conscio che le luci della ribalta, molto spesso, possono essere insidiose.

C’è lui questa volta nel mirino del gruppo di minoranza “Caldogno Futura” che con Marco Lunardi è arrivato a chiederne addirittura la rimozione dall’incarico.

«Non sarebbe opportuno ritirare le deleghe all’assessore all’urbanistica – si è rivolto Lunardi al sindaco Nicola Ferronato nel corso dell’ultimo consiglio comunale - dopo aver appreso (attraverso il famoso incartamento top secret spedito in municipio, ndr) che Vezzaro si faceva aiutare nel suo ruolo di amministratore da una sorta di consigliere ombra? Avrebbe chiesto aiuto per contatti con enti superiori, un modus operandi a mio avviso non corretto».

Il riferimento è ai rapporti con il governo regionale facilitati, secondo la minoranza, da un’eminenza grigia che avrebbe fatto da ponte tra Caldogno e Venezia.

Per Vezzaro nulla di torbido, «a volte bisogna cercare ogni aggancio possibile per il bene del paese», per Lunardi un nuovo terreno di scontro dove, per la prima volta, la sacrosanta sfera intima è stata infranta o quanto meno incrinata.

Proprio in relazione alle indiscrezioni, perché di queste, per quanto protocollate, si tratta, sulle “vie” alternative imboccate da Vezzaro quando era alla guida del paese per arrivare ai piani alti regionali, Lunardi ha proposto l’adozione di un codice etico per gli amministratori.

Un vademecum sul modello di quello applicato ai dipendenti pubblici: «Tutti, consiglieri compresi, dovranno astenersi da situazioni di conflitto di interesse o poco trasparenti, dimostrando di essere integerrimi», esemplifica il capogruppo di minoranza.

Richiesta accolta e condivisa dal sindaco Ferronato, che difende però a spada tratta il predecessore: «Marcello Vezzaro ha la mia personalissima stima, non ho nessun dubbio sulla sua figura politica, spero anzi di amministrare bene anche solo la metà di quanto ha fatto lui negli ultimi anni. Tutto il resto fa parte della sua vita privata».

Nella tragicommedia all’italiana che si sta consumando in una Caldogno rovente, e non solo sul fronte meteorologico, si assiste ora ad una guerra di logoramento e indebolimento ai fianchi in vista, vox populi, di una spallata autunnale.

È questo almeno il sentore di Marcello Vezzaro, che non ha dubbi: «Stanno attaccando me per colpire la maggioranza, mettendo in discussione ciò che ho fatto e i miei rapporti con Zaia e la Regione».

«Non sono un leghista - precisa poi -, lo sanno tutti ma ho sempre lavorato per il bene del mio paese. Risultati, credo di averne raggiunti. Se ho sfruttato dei contatti per arrivare ai vertici regionali è stato a fin di bene e non ho mai fatto nulla di illecito. Nessuna cena, nessun regalo, i rimborsi a zero euro degli anni scorsi lo dimostrano. Ho sempre fatto tutto alla luce del sole, nel mio ufficio in Comune. Non ho barattato nulla, come insinua qualcuno, né per Green City né per il centro equestre».

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