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Rissa al bar, locale chiuso sette giorni

Locale chiuso per una settimana dopo una rissa. Sono stati i carabinieri a chiederne la chiusura. G.AR.
Locale chiuso per una settimana dopo una rissa. Sono stati i carabinieri a chiederne la chiusura. G.AR.
Locale chiuso per una settimana dopo una rissa. Sono stati i carabinieri a chiederne la chiusura. G.AR.
Locale chiuso per una settimana dopo una rissa. Sono stati i carabinieri a chiederne la chiusura. G.AR.

Saracinesche abbassate per una settimana esatta.

Un cartellino giallo che da tempo non veniva comminato ad un pubblico esercizio e che arriva, a Caldogno, per tentare di porre un freno al crescendo di schiamazzi, liti e risse violente all'interno ( e all'esterno) del bar “H”.

L'ultima, lo scorso 2 aprile, aveva visto coinvolte tre persone, due stranieri e un italiano, che per banali motivi si erano affrontati a pugni e bottigliate: in seguito a quell'episodio il giovane ferito, un 33 enne residente a Isola Vicentina, avrebbe riportato una lesione permanente al viso.

Motivi, uniti alla presenza ormai fissa di diversi avventori conosciuti per precedenti penali di vario tipo, che hanno spinto i carabinieri della tenenza di Dueville a chiedere alla questura un intervento straordinario, firmando il provvedimento di sospensione della licenza per sette giorni.

Troppe le lamentele e le segnalazioni che, soprattutto nell'ultimo anno, continuavano ad arrivare alle forze dell'ordine e troppi, ugualmente, i sopralluoghi e le “visite” di controllo che l'attività richiedeva per cercare di mantenere l'ordine e la tranquillità nella zona.

Il locale di via Barco, noto ritrovo a tutte le ore del giorno e della notte, essendo aperto sette giorni su sette fino alle 3, è stato quindi chiuso ieri mattina dai carabinieri, che hanno notificato al titolare, un giovane cinese che gestisce il bar con la compagna, il provvedimento di sospensione della licenza.

Dalle 11 di ieri fino al prossimo sabato, in base all'articolo 100 del T.u.l.p.s l'esercizio resterà inaccessibile agli affezionati clienti che ieri mattina, a malincuore, hanno lasciato tavoli e bancone all'arrivo dei militari, non proprio d'accordo con la decisione della questura, che ha stabilito la misura.

E mentre qualcuno terminava le consumazioni nel plateatico esterno, il malumore dei gestori era, è, palpabile, seppur limitato a poche parole: «Si qualche problema c'era stato, per colpa di alcuni clienti stranieri ma non possiamo dire di più, se i carabinieri hanno deciso così», l'unico commento di Jinghao Zhou, da qualche anno titolare dello storico locale.

Con lo stop all'attività fino alle 11 del 13 maggio il duplice obiettivo dei carabinieri è da un lato rispondere ad un'esigenza di ripristino della quiete pubblica e della sicurezza nell'immediato, dall'altro mandare un messaggio chiaro a gestori e ad un certo tipo di avventori, che per una settimana almeno non avranno più il loro quartier generale nel cuore di Caldogno.

Se la misura restrittiva è stata applicata intanto solo al bar “H”, non è escluso però che provvedimenti analoghi possano essere presi anche per altri locali: proseguono infatti i controlli dei carabinieri in tutti quegli esercizi “a rischio” per questioni di ordine e sicurezza.

Giulia Armeni

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