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Profughi nell’antica dimora Il sindaco: «Improponibile»

Sta facendo discutere l’arrivo di 17 richiedenti asilo che dovrebbero trovare posto nell’ex canonicaL’antica pieve di San Mauro, edificata dai Benedettini. COLORFOTO
Sta facendo discutere l’arrivo di 17 richiedenti asilo che dovrebbero trovare posto nell’ex canonicaL’antica pieve di San Mauro, edificata dai Benedettini. COLORFOTO
Sta facendo discutere l’arrivo di 17 richiedenti asilo che dovrebbero trovare posto nell’ex canonicaL’antica pieve di San Mauro, edificata dai Benedettini. COLORFOTO
Sta facendo discutere l’arrivo di 17 richiedenti asilo che dovrebbero trovare posto nell’ex canonicaL’antica pieve di San Mauro, edificata dai Benedettini. COLORFOTO

Giorgio Zordan Il Comune di Longare è pronto alle barricate. La notizia dell’arrivo di 17 profughi nell’ex canonica adiacente l’antica pieve dedicata a San Mauro abate, ai piedi delle colline di Costozza, ha mandato in fibrillazione l’amministrazione. «Quando martedì scorso il prefetto mi ha convocato per comunicarmi la notizia – afferma il sindaco Gaetano Fontana – ho subito sottolineato che quello non è il luogo adatto. La chiesa adiacente è antichissima e meta turistica. Si tratta di uno dei luoghi più belli, se non del più bello, della frazione. E rientra nell’anello del percorso turistico che sale dalla piazza frequentato ogni giorno da decine e decine di persone. So già che alcuni residenti hanno deciso di mettere in vendita le loro proprietà. Il tutto l’ho ribadito ieri nella ricorrenza di Santa Barbara incrociando il vice prefetto Lucio Parente». L’ex canonica, di proprietà di una immobiliare padovana, si dice che un tempo accogliesse vescovi ed alti prelati: ora potrebbe ospitare 17 profughi sbarcati recentemente sulle coste italiane. «Non si tratta – precisa il primo cittadino di Longare – di rifiuto all’accoglienza, di pregiudizi razziali o ideologici: il punto è proprio il luogo scelto. Già la frazione sta attraversando un momento particolare, l’insediamento di profughi nell’ex canonica sarebbe un colpo mortale per quella che è considerata la perla dei Colli Berici. Siamo sul monte della Specola, a cento metri dai luoghi dove era solito soggiornare Galileo Galilei. Qui tutto parla di storia. E’ come si volesse portare i richiedenti asilo in piazza dei Signori o a Monte Berico. Improponibile». A far storcere il naso all’amministrazione comunale poi c’è la cooperativa che dovrebbe occuparsi dell’accoglienza. «Si tratta della modenese L’Angolo. Le notizie che abbiamo recuperato – prosegue Fontana - non depongono a suo favore. Abbiamo visto che opera anche a Vicenza perché l’abbiamo ritrovata tra le notizie di cronaca nera: nell’ottobre di un anno fa, articolo letto sul Giornale di Vicenza, la polizia durante un blitz nella palazzina di via Catalani, assieme ai richiedenti asilo ha trovato tre nigeriani che erano stati espulsi, e nel palazzo è stato rinvenuto un certo quantitativo di sostanze stupefacenti. A gennaio di quest’anno invece nel modenese il vicario del vescovo ha accusato la cooperativa di gestire i migranti al Santuario del Murazzo in una condizione di sovraffollamento, scarsa igiene e assistenza, pochi corsi di italiano». A confermare che l’amministrazione comunale non è contro l’accoglienza, c’è l’apertura a considerare una seconda proposta arrivata dalla prefettura. «La cooperativa Rosa Blu, che già opera a Castegnero in maniera positiva - conclude Fontana -, s’è detta disposta ad accogliere 4 richiedenti asilo da dislocare sul territorio di Longare. Si tratta di un numero limitato, che potrebbe gestire in continuità con il nucleo di Castegnero: lo scenario in questo caso è completamente diverso». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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