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Bolzano Vicentino

Profughi
La bottiglia
incendiaria ai Ris

La Mazda incendiata dopo l’incendio doloso di domenica notte nella casa che ospita i profughiLa caca di Bolzano Vicentino che ospita una ventina di bengalesi
La Mazda incendiata dopo l’incendio doloso di domenica notte nella casa che ospita i profughiLa caca di Bolzano Vicentino che ospita una ventina di bengalesi
La Mazda incendiata dopo l’incendio doloso di domenica notte nella casa che ospita i profughiLa caca di Bolzano Vicentino che ospita una ventina di bengalesi
La Mazda incendiata dopo l’incendio doloso di domenica notte nella casa che ospita i profughiLa caca di Bolzano Vicentino che ospita una ventina di bengalesi

Continuano le indagini delle forze dell’ordine sull’incendio appiccato alla casa colonica di via Capitello, a Bolzano Vicentino, nella notte tra domenica e lunedì.

Il rogo è stato innescato in tre punti: una vecchia Mazda 626, distrutta dalle fiamme; il soppalco della barchessa, dov’era accatastata della legna; e la porta dell’abitazione, che da diversi mesi ospita una ventina di richiedenti asilo provenienti dal Bangladesh. Per domare l’incendio, scoppiato poco dopo le 3.30, sono intervenuti sette pompieri con un’autopompa e un’autobotte.

La bottiglia d’alcol ritrovata dai carabinieri vicino alla porta d’entrata dello stabile, è ora in mano ai Ris di Parma, nel tentativo di recuperare delle impronte digitali e di dare quindi un nome e un volto all’esecutore del deprecabile gesto, mentre la procura è pronta ad aprire un fascicolo per incendio doloso e risalire così alla mano incendiaria. «La libertà di pensiero va rispettata, ma un fatto del genere è gravissimo» commenta Meri Spiller, titolare dell’Hotel Adele di Vicenza, in cui molti profughi hanno soggiornato prima di essere trasferiti a Bolzano. «Torno a ribadire - afferma la donna - che per me si è trattato del gesto isolato di uno squilibrato, o di più squilibrati. Le conseguenze avrebbero potuto essere molto gravi, perché le fiamme provocate dall'incendio della legnaia potevano intaccare il resto dello stabile». Ancora spaventati dall'accaduto i bengalesi attualmente residenti nella casa colonica. «Noi cerchiamo di proteggerli - continua Spiller -, ma non possiamo essere qua 24 ore su 24».

Sul possibile autore del gesto, le idee coincidono con quelle del sindaco Daniele Galvan, che proprio ieri ha incontrato Meri Spiller per la presentazione della nuova cooperativa che seguirà la gestione dei profughi in paese, ovvero Terrabase, che andrà a sostituire la cooperativa Con te, come da convenzione firmata lunedì.

«Resto dell'idea che ad agire sia stato un cane sciolto - dichiara il primo cittadino -. Non credo sia stato un cittadino di Bolzano, perché non ci sono mai state lamentele così violente da parte di nessuno. Ora abbiamo chiesto ai carabinieri un rafforzamento del passaggio in tutto il territorio del paese, ci sarà quindi un maggiore pattugliamento anche nelle zone dove risiedono i profughi, sperando che si sia trattato di un fatto isolato e che non si ripeta più».

Marco Marini

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