<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Prigionieri del rondò, non lavoriamo più»

I titolari del bar “Al Bivio” Tiziano Ciscato e Sofia Rizzato. ARMENIGli edifici “intrappolati” dal rondò, fra i quali il bar “Al Bivio”
I titolari del bar “Al Bivio” Tiziano Ciscato e Sofia Rizzato. ARMENIGli edifici “intrappolati” dal rondò, fra i quali il bar “Al Bivio”
I titolari del bar “Al Bivio” Tiziano Ciscato e Sofia Rizzato. ARMENIGli edifici “intrappolati” dal rondò, fra i quali il bar “Al Bivio”
I titolari del bar “Al Bivio” Tiziano Ciscato e Sofia Rizzato. ARMENIGli edifici “intrappolati” dal rondò, fra i quali il bar “Al Bivio”

Prigionieri del rondò. O meglio del cantiere che, da tre mesi, ha trasformato l'intersezione del Botteghino in un “work in progress” di deviazioni, sensi unici, segnaletica modificata e barriere jersey in vista della rotatoria che sarà. L'intervento viabilistico da 1 milione e 140 mila euro più atteso nella storia annosa e punteggiata di incidenti del Botteghino, come tutte le grandi opere fa felici i più ma scontenta, inevitabilmente, qualcuno. Ad esempio Tiziano Ciscato e Sofia Rizzotto, 62 e 57 anni, da 17 i titolari del bar “Al Bivio” di via Cesare Battisti, a Costabissara: un locale che, come suggerisce il nome, per quasi due decenni ha fatto la sua fortuna proprio per la posizione strategica lungo la direttrice 349 Thiene-Vicenza, crocevia tra Caldogno, Isola Vicentina e la zona bissarese dove transitano in media 27 mila veicoli al giorno. Una posizione tanto strategica e centrale da essere diventata parte stessa della rotatoria, come previsto dal progetto esecutivo che ha inglobato al suo interno gli immobili esistenti. Tra questi, oltre al negozio di informatica “Millennium”, in questi giorni chiuso per ferie, c'è appunto la caffetteria e rivendita di tabacchi e giornali dei coniugi Ciscato-Rizzotto. «Come si vive da quando sono partiti i lavori (dopo trent'anni di burocratici rinvii, ndr)? È da piangere, gli automobilisti non riescono più a venire da noi, con il senso unico lungo la Provinciale solo chi arriva da Vicenza può fermarsi e se continua di questo passo temo che saremo costretti a chiudere», scuote la testa il signor Tiziano. Questo perché dalle prime variazioni che hanno già dato forma all'anello “a fagiolo” ora si può accedere al locale agevolmente solo dalla S.p 349 ma non più da Thiene e nemmeno dalla S.p 46 che collega ad Isola Vicentina; anche giungendo da Caldogno l'attraversamento risulta se non ostico quanto meno incerto. Consapevoli della necessità della rotonda per mettere in sicurezza uno degli incroci più pericolosi della provincia, anche in relazione all'imminente apertura del vicino nuovo supermercato Tosano, finanziatore dell'opera, i gestori del “Bivio” hanno però visto, nel giro di tre mesi, crollare incassi e presenze: «Perdiamo circa 300 euro al giorno, 7200 euro al mese, lavorando sei giorni su sette, dalle 5 del mattino alle 20. Fino a tre mesi fa io e lei non avremmo potuto parlare a quest'ora (le 8.30, ndr), perché c'era la ressa. Ora non c'è nessuno». Una situazione che preoccupa gli esercenti «solo il proprietario delle mura ha ricevuto un indennizzo, noi nessun aiuto e le bollette e i fornitori dobbiamo pagarli» i quali per ovviare al nuovo assetto viabilistico avevano chiesto una strada d'ingresso anche dal retro, per riacchiappare la clientela “thienese” e “isolana”: «Ma ci hanno detto che non è possibile, togliendoci così ogni speranza per il futuro». Molto più roseo, al contrario, quello di chi al di là della S.p 349 ci abita, come Giuseppe Sansigolo: «Capisco il dramma dei titolari -solidarizza- però per chi vive qui e per chi ci passa in auto, con la rotatoria le cose andranno e vanno già molto meglio». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

Suggerimenti