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«Ora ti cercherò fra le stelle»

Un momento della toccante e partecipata cerimonia di commiato. FOTOSERVIZIO COLORFOTOL’accoglienza istituzionale del feretro sul sagrato
Un momento della toccante e partecipata cerimonia di commiato. FOTOSERVIZIO COLORFOTOL’accoglienza istituzionale del feretro sul sagrato
Un momento della toccante e partecipata cerimonia di commiato. FOTOSERVIZIO COLORFOTOL’accoglienza istituzionale del feretro sul sagrato
Un momento della toccante e partecipata cerimonia di commiato. FOTOSERVIZIO COLORFOTOL’accoglienza istituzionale del feretro sul sagrato

Un ultimo abbraccio forte e caloroso quello che Camisano ha dato ieri a Massimo Polato, il consigliere morto tragicamente venerdì scorso dopo essersi sparato due giorni prima di fronte al cimitero di Bevadoro. In moltissimi hanno gremito la chiesa, per dare l’estremo saluto a un uomo tanto conosciuto e amato. Un caro amico, un collega fidato, fratello, figlio, marito e padre esemplare.

Numerose anche le bandiere di rappresentanza durante la messa. Dai fanti, agli alpini, passando per l’Aido (i suoi organi sono stati donati), ai carabinieri, Polato indossò la divisa per due anni, fino alla polizia locale, di cui il fratello Marco è comandante in paese. Numerose le testimonianze. «Quanto è meravigliosa la tua famiglia Massimo» le parole di un’amica, «soprattutto le tue splendide donne Agnese, Alice e Martina. Forti come una roccia, ma fragili come il vento». E un pensiero alla famiglia è stato letto anche da Donatella Frigo, amica e collega consigliere: «Vorremo tutti bene alle tue figlie e a tua moglie. Ti ho nel cuore». Parole simili a quelle di Daniela Masiero, moglie del sindaco Eleutherios Prezalis e maestra delle elementari di Polato. «Eri un frugoletto minuscolo come tua figlia Martina oggi. Educato, rispettoso e gentile con tutti. Perdonaci se non abbiamo capito il tuo travaglio interiore». A nome del Consiglio comunale, di cui Polato faceva parte dal 2004, ha parlato Marco Carretta.

Parla di pace don Claudio Zilio. Quella pace che Polato non è riuscito a trovare in vita. «Massimo era sorridente e donava il saluto - ha detto -, per questo siamo stati violentemente scossi da quello che ha fatto. Una persona è più di quello che esprime. Ci sono delle battaglie all’interno che da fuori non si riesce ad intuire. Sentiamo il bisogno di quella pace di cui parla Gesù, quella pienezza di vita che cerchiamo e desideriamo. Signore donaci la Tua pace. Lo chiediamo per Massimo e per i suoi famigliari».

«Sotto la tua pelle dura e sotto il tuo sorriso si nascondeva una fragilità che solo tu conoscevi» ha detto, con voce rotta, il fratello Enrico. «Saremo forti per Alice, Martina, Agnese, mamma, papà e Marco. Proteggici dall’alto».

Struggenti le parole lette a nome delle figlie. «Non dimenticherò mai di quando martedì mi dicesti “Sono orgoglioso di te”. Sarò sempre fiera di essere tua figlia» ha scritto Alice, 16 anni. «Sarai la stella che cercherò in cielo ogni sera» è il pensiero di Martina, 7 anni. Entrambi accolti da applausi e lacrime.

Marco Marini

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