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Oltre 200 mila euro per proteggere i bimbi maltrattati

Un bimbo seduto in altalena in un parco pubblico. Sono in aumento i casi di bambini maltrattati.  ARCHIVIO
Un bimbo seduto in altalena in un parco pubblico. Sono in aumento i casi di bambini maltrattati. ARCHIVIO
Un bimbo seduto in altalena in un parco pubblico. Sono in aumento i casi di bambini maltrattati.  ARCHIVIO
Un bimbo seduto in altalena in un parco pubblico. Sono in aumento i casi di bambini maltrattati. ARCHIVIO

Luisa Nicoli In Comune ad Altavilla quest’anno raddoppiano le spese per i minori ospitati in strutture protette da provvedimento dell’autorità giudiziaria. Costi che passano da 95mila a 202mila. Perché è aumentato il numero dei casi. «Un’eccezionalità, una situazione casuale», dicono in Comune. Anche se il trend degli ultimi anni andava da 1 ad un massimo di 4 bambini e invece da dicembre 2017 i minori in comunità protette sono 7, oltre ad un paio di mamme. Situazioni di forte disagio, di maltrattamenti o comunque di bambini a rischio violenze. I minori ospitati in strutture per provvedimento dell’autorità giudiziaria a spese dell’Amministrazione hanno dai 10 ai 16 anni e sono cinque extracomunitari e due italiani. «I minori tutelati dal giudice vengono allontanati dalle famiglie per uno stato di pregiudizio, ovvero per maltrattamenti subiti, perché c’è il rischio che accada o perché assistono a violenze su uno dei familiari – spiegano ai servizi sociali – mai solo per motivi economici. Perché in questo caso intervengono le reti di sostegno del Comune. E del territorio. Non sempre tra l’altro nelle situazioni in cui interviene l’autorità giudiziaria c’è anche il disagio economico. Dietro ci possono essere problemi psichiatrici, di consumo di alcol e droghe. Ma anche situazioni senza abuso di sostanze. Perché la violenza in famiglia non è legata necessariamente alla povertà o alle dipendenze». Di certo c’è che a parte la questione economica, un minore in struttura protetta costa al Comune 100 euro al giorno, c’è la preoccupazione per il futuro dei bambini. «È un dovere morale occuparsi e difendere i minori in queste situazioni – dice il sindaco Claudio Catagini – e le nostre assistenti sociali sono attente nel segnalare i casi difficili. Ovviamente si cerca, se e dove possibile, di reintegrarli in famiglia. Spesso però i bambini in struttura protetta non hanno una rete familiare di sostegno, per questo si arriva al provvedimento di tutela del giudice per l’ospitalità in strutture protette. Perché non ci sono altri parenti in grado di occuparsi di loro. La preoccupazione c’è, speriamo che numeri così importanti siano solo transitori. Voglio lanciare un appello alle famiglie: pensate al bene dei vostri figli, cercare di risolvere le problematiche senza litigi e violenze. Certo per il Comune il costo dei bambini in struttura protetta pesa sul bilancio. Ma facciamo di necessità virtù per sostenerli e trovare le risorse». La spesa prevista per il 2018 infatti è di 202mila euro, ma non è semplice stimare i costi. «Non possiamo sapere quanto tempo i minori resteranno in comunità. Dipende molto dalla motivazione per cui è scattata la tutela. In un paio di casi ci sono anche le mamme con i figli – precisano in comune - sul territorio ci sono comunque i servizi sanitari delle Ulss che lavorano sul recupero delle capacità genitoriali. E si valutano tutte le ipotesi. Nel caso di extracomunitari anche la possibilità di un ritorno nel paese d’origine, con un progetto di sostegno economico, se fosse ovviamente la soluzione migliore. L’interesse del bambino è preminente». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luisa Nicoli

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