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Oasi Vegre, scontro sul valore dell’area

Ancora problemi per la realizzazione dell’oasi di Vegre. Non c’è accordo sui prezzi dei terreni
Ancora problemi per la realizzazione dell’oasi di Vegre. Non c’è accordo sui prezzi dei terreni
Ancora problemi per la realizzazione dell’oasi di Vegre. Non c’è accordo sui prezzi dei terreni
Ancora problemi per la realizzazione dell’oasi di Vegre. Non c’è accordo sui prezzi dei terreni

La storia infinita dell’oasi di Vegre si arricchisce di un nuovo capitolo. Nella battaglia portata avanti da volontari e cittadini per la realizzazione della zona umida per alcuni anni meta di centinaia di specie migratorie, va avanti anche il braccio di ferro tra Comune (e Regione) e privati proprietari dei fondi su cui l’area dovrebbe sorgere.

Dopo che pareva ormai data per persa la possibilità di ricreare l’oasi sui terreni dove si era originariamente formata, quei campi di proprietà della famiglia Sandonà in località Vegre, allagati in seguito all’alluvione del 2010, a prendere la parola sono gli eredi degli appezzamenti, più che disponibili alla vendita dei 30 mila metri quadrati in loro possesso. «Non sappiamo più come dare il nostro consenso al prezzo pubblicizzato di 7,47 euro al metro quadro – spiegano i figli di Sergio Sandonà, fin dall’inizio incaricato di seguire la trattativa con il Comune – in questo tempo sono state predisposte sei o sette bozze di preliminare, dichiarazioni di intenti, ipotesi d’affitto, tutto per accomodare le reticenze del Comune e pur di raggiungere quel sogno che era anche nostro, di Sergio, di creare l’oasi dando magari il nome del nipotino Tommaso ad un fazzoletto di terra».

Sogno che si è però scontrato con la realtà fatta di numeri e tabelle da rispettare: sebbene in un primo momento si fosse infatti parlato dei famosi 7,47 euro al metro quadro come prezzo ragionevole, la cifra si è poi dimezzata, in base ai valori attribuiti dalla commissione provinciale a quei lotti, passando a 3,73 euro al metro quadro.

E se per la famiglia Sandonà si tratta di un’informazione tardiva, arrivata solo, guarda caso, dopo le elezioni, la replica dell’assessore all’urbanistica Marcello Vezzaro non si fa attendere: «Il prezzo di 3,73 euro è l’unico possibile perché la cifra raddoppiata, i 7 euro, sarebbe attribuibili solo se il proprietario fosse un coltivatore diretto, cosa che invece non è».

«Oltretutto – precisa Vezzaro – la Regione è interessata a 15 mila metri quadrati dell’area complessiva e il Comune non avrebbe motivo di acquistare l’intero appezzamento». Questo considerando che la Regione possiede già, poco distante da Vegre, 7 mila metri quadri di terra che potrebbero essere trasformati in oasi, essendo ancora aperto anche un canale con un altro privato, Giuseppe Altissimo, proprietario dell’area attigua di circa 13 mila metri quadrati. In questo caso ci sarebbero le condizioni per pagare la terra 7,47 euro al metro quadro.

«Se la famiglia Sandonà fosse disponibile a vendere l’area definita dal progetto di 15 mila metri quadri al costo fissato, in maniera non trattabile, di 3,73 euro, saremmo ben felici di sottoscrivere l’accordo anche domani – conclude Vezzaro – per dar avvio ad un’operazione di riqualificazione ambientale in cui crediamo e in cui abbiamo già investito, con la Regione, impegno ed energie».

Giulia Armeni

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