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Nuovo palasport La giunta ci crede nonostante i costi

Il vecchio rendering che immaginava la cittadella dello sport con il palazzetto. FOTO D’ARCHIVIO
Il vecchio rendering che immaginava la cittadella dello sport con il palazzetto. FOTO D’ARCHIVIO
Il vecchio rendering che immaginava la cittadella dello sport con il palazzetto. FOTO D’ARCHIVIO
Il vecchio rendering che immaginava la cittadella dello sport con il palazzetto. FOTO D’ARCHIVIO

Giulia Armeni Il costo previsto è sempre quello, il sogno di veder finalmente completata la cittadella dello sport di via Torino, anche. Inserito nuovamente nel piano delle opere pubbliche per il 2020/2021, la giunta di Caldogno ha approvato lo studio di fattibilità tecnica dell'opera, in vista della realizzazione se e quando il patto di stabilità lo consentirà, essendo già coperto dall'avanzo di amministrazione. L'intervento, che aggiungerebbe l'ultimo tassello a quella Città Caldogno alle porte di Vicenza che si compone oggi di centro natatorio, palestra, campi da calcetto e da tennis, stadio, è anche l'ultimo lavoro firmato dall'architetto Sergio Novello, scomparso il 27 novembre scorso a 76 anni dopo una malattia. Un disegno preparato ai tempi del concorso d'idee che rivoluzionò Caldogno, mentre nascevano e prendevano forma gli edifici e gli spazi allora quasi avveniristici per un paese di 11mila abitanti e che, pur dividendo l'opinione pubblica, ha fatto scuola nell'utilizzo degli accordi pubblico-privato e del project financing. L'architetto che ideò i grandi progetti vicentini -dal centro congressi della Fiera al parcheggio Verdi, passando per i mai realizzati piano Barcaro Zaccaria a Cà Balbi e per il nuovo stadio Menti- non potrà vedere la fine dello studio avviato ormai vent'anni fa ma il suo nome resterà, quando e se l'opera sarà portata a termine. Per ora infatti, il palazzetto che dovrebbe sorgere a due passi dalle piscine e dalla casa di riposo Azalea resta un obiettivo da 3 milioni e 600 mila euro solo sulla carta. Troppi per le minoranze, con Ferdinando Cappozzo di “Si.Amo Caldogno” che boccia i costi, giudicati troppo elevati, «si potrebbe fare una struttura più piccola e meno costosa, non è un'opera necessaria ora» e Marilì Lunardello dei Cinque Stelle rincara la dose parlando di «una giunta malata di cementite»: «Non hanno i fondi per sistemare l'ex municipio ma ce li hanno per fare un palasport. Propongo una consultazione pubblica per decidere». Per Marco Lunardi, “Caldogno Futura”, «è irrealizzabile, solo fumo negli occhi, messo nel 2020 cioè prima delle elezioni e altra dimostrazione dell'incapacità dell'amministrazione». Nel nuovo palasport, che ora è in lizza per il bando sport e periferie indetto dal Coni, troverebbero posto numerose attività e discipline, dal volley alla pallamano, dando una casa a tante associazioni sportive che, attualmente, svolgono allenamenti e incontri nella tensostruttura di proprietà della parrocchia. La struttura, costruita su un'area di 2450 metri quadrati circa, tra via Torino e via Moje, potrebbe ospitare in tribuna fino a 550 persone e potrebbe essere suddivisa in stralci, con la realizzazione in un primo momento dell'involucro, reso funzionale collegandolo alle piscine e in un secondo tempo dei servizi connessi, A farsi carico del progetto, secondo i criteri contenuti nella proposta di accordo pubblico-privato, i promotori di un altro piano ambizioso e attualmente in fase di valutazione da parte degli enti preposti, il parco “Green City”. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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