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Nuovi profughi da Tonezza «Traditi i patti»

L’ingresso dell’ex hotel Canova con alcuni richiedenti asilo in un’immagine di repertorio
L’ingresso dell’ex hotel Canova con alcuni richiedenti asilo in un’immagine di repertorio
L’ingresso dell’ex hotel Canova con alcuni richiedenti asilo in un’immagine di repertorio
L’ingresso dell’ex hotel Canova con alcuni richiedenti asilo in un’immagine di repertorio

Cas, “Centro di accoglienza straordinaria” era e Cas continuerà ad essere, con buona pace di Comune e cittadini, già incamminati sulla strada dello Sprar. Nonostante le rassicurazioni da parte della Prefettura (legate proprio all’ingresso di Sandrigo nel Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) sullo svuotamento graduale dell’hotel “Canova” dai richiedenti asilo, gli arrivi sono ripresi. E non arrivi qualunque: nell’ex struttura a 4 stelle di viale della Repubblica, da due anni uno dei principali hub del Vicentino, hanno infatti cominciato a convergere i profughi fino a poco tempo fa domiciliati all’hotel “Belvedere” di Tonezza. Quello che, dal 31 luglio, chiuderà i battenti a causa di difficoltà economiche che il nuovo business dell’accoglienza non è evidentemente stato sufficiente a sanare. Per ora si tratterebbe di poche persone, il numero non è ancora stato ufficializzato, ma per il sindaco Giuliano Stivan quello che sta avvenendo assume i contorni del tradimento o quanto meno della rottura di quel fragile compromesso verbale raggiunto nel marzo scorso tra la sua amministrazione e i referenti di contrà Gazzolle. E ribadito telefonicamente nemmeno un mese fa quando, all’annuncio della cessata attività del “Belvedere”, il primo cittadino di Sandrigo aveva voluto prudentemente mettere le mani avanti annusando la possibilità di uno smistamento dei migranti anche nel suo paese: «Ci è stato detto che Sandrigo ha già dato tanto sul fronte dell’ospitalità e che per questo non saremmo stati tra i Comuni coinvolti nella redistribuzione dei richiedenti asilo di Tonezza, mentre invece ora sta accadendo l’esatto contrario», registra con disappunto Stivan. Ad alzare nuovamente le temperature sull’asse Sandrigo- Vicenza in un’estate che, con la scadenza del nuovo bando Sprar alle porte, pareva tutto sommato stabile, ci si sono messe le mail inviate dalla cooperativa “Con Te” di Bolzano Vicentino che ha voluto mettere a conoscenza il Comune degli spostamenti di giovani stranieri da Tonezza. «Non sappiamo esattamente quanti siano, alcuni poi sembra provengano anche da altre località - spiega il sindaco - il punto è però che continuiamo ad avere numeri elevati, parliamo di 130 rifugiati, 90 al Canova e 40 all’ex hotel Ginia». Praticamente gli stessi dati con i quali, assieme al plico di 1700 firme dei loro concittadini, quattro mesi fa gli amministratori sandricensi si erano recati in Prefettura per chiedere la liberazione del “Canova” e del “Ginia”, dove nel momento clou si era toccata quota 200 migranti, su una popolazione di 8600 abitanti. Non è chiaro come evolverà la situazione né quale sarà il futuro in particolare del “Canova”, acquistato lo scorso anno dalla società “Vergilius Ak Srl” ma ancora gestito dalla coop “Letizia” e da “Con Te” per il “settore accoglienza”. Di certo c’è che il percorso Sprar, condiviso con Dueville per un totale di 25 posti, andrà avanti: «Per ora ci limitiamo a prendere atto di quello che sta avvenendo - conclude Stivan - in attesa di capire le intenzioni della Prefettura». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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