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«Nessun danno alle ville storiche»

La sede dell’ex municipio durante i lavori effettuati nei mesi estivi
La sede dell’ex municipio durante i lavori effettuati nei mesi estivi
La sede dell’ex municipio durante i lavori effettuati nei mesi estivi
La sede dell’ex municipio durante i lavori effettuati nei mesi estivi

Tre mesi dopo i presunti abusi sull’ex municipio, tutti o quasi possono tirare un sospiro di sollievo, visto che “nessun danno è stato rilevato”. Che, tradotto, significa nessun procedimento a carico dell’Amministrazione comunale ma, questo sì, una sanzione per i privati.

Il virgolettato è a firma del soprintendente all’archeologia, belle arti e paesaggio Fabrizio Magani e il riferimento è alla vicenda che, per tutta l’estate, ha tenuto banco a Caldogno. Ovvero le presunte e a questo punto scongiurate, irregolarità nei lavori e nella gestione dell’ex municipio e della palladiana villa Caldogno.

La parola fine alla querelle, che aveva preso le mosse dagli interventi effettuati all’interno del bar Enal nel mese di luglio, l’ha messa l’ufficio ministeriale competente per le province di Verona, Vicenza e Rovigo.

Lo stesso che, su segnalazione di qualcuno che non aveva visto di buon occhio l’utilizzo del trapano sulle mura cinquecentesche dell’ex sede municipale, era celermente giunto in paese per un sopralluogo nei due edifici storici.

Se in piazza Bruno Viola la questione era di natura strutturale, per così dire, in villa Pagello Nordera, villa Caldogno insomma, le perplessità degli ispettori si erano concentrate sulla concessione dei seminterrati a due associazioni, Pro Loco e Fidas.

Nel caso del bar, che da anni è gestito dalla famiglia Carraro, la soprintendenza ha rilevato che “il bene culturale in oggetto non ha subito danno, poiché gli interventi realizzati appaiono compatibili con il carattere storico e artistico dell’immobile tutelato ed è ammissibile il mantenimento delle opere».

Parole che danno dunque ragione ai fratelli Andrea e Giada, che all’indomani dell’ispezione, era il 20 luglio, avevano difeso il loro operato e soprattutto la buonafede.

Per loro si era trattato, infatti, di lavori volti a migliorare il bar e l’intero edificio, con la sostituzione del bancone, la messa in sicurezza dell’impianto elettrico, la pulizia e il ripristino dei muri, tra cui la rimozione di un vecchio intonaco su cui era impresso l’affresco di un artista giapponese non però vincolato.

«Non abbiamo ancora ricevuto comunicazioni ufficiali ma siamo tranquilli come lo siamo sempre stati - commenta Andrea Carraro - potrebbe esserci un’ammenda per la mancata comunicazione di avvio dei lavori ma aspettiamo di parlare con il Comune».

Per quanto riguarda il complesso palladiano, dopo le ispezioni dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio di Venezia, è emerso come la linea dell’Amministrazione sia stata comunque quella, nonostante la mancanza di autorizzazioni preventive, di garantire la continuità del servizio di custodia del bene attraverso la pro loco, che ha ottenuto il via libera formale dall’inizio di settembre.

«Ci conforta il fatto che la soprintendenza abbia confermato l’assenza di danni a entrambi gli edifici storici- sottolinea infine il sindaco Nicola Ferronato - gioielli del territorio che siamo impegnati a riqualificare e valorizzare affinché siano vissuti quotidianamente, invece di lasciarli invecchiare come contenitori vuoti ed estranei al nostro tempo».

Giulia Armeni

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