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Melette, è corsa contro il tempo
per riparare il cavo di risalita

Il sindaco Munari ha emesso
un’ordinanza per obbligare
la società ad aggiustarlo
Ma la stagione è alle porte
Un breve tratto di cavo di una seggiovia è danneggiato e va riparato
Un breve tratto di cavo di una seggiovia è danneggiato e va riparato
Un breve tratto di cavo di una seggiovia è danneggiato e va riparato
Un breve tratto di cavo di una seggiovia è danneggiato e va riparato

Gerardo Rigoni

È una corsa contro il tempo alle Melette per mettere in sicurezza il cavo della seggiovia centrale e permettere così l'apertura della stazione sciistica per il prossimo inverno. Per accelerare, il sindaco di Gallio, Emanuele Munari, ha emanato un'ordinanza che obbliga al ripristino in tempi brevissimi del cavo della seggiovia “Melette di Mezzo” rimasto danneggiato durante lo scorso inverno. E se questo non avverrà, la società di gestione dovrà smantellare tutto l’impianto “Melette 2000”.

La società in questione è al centro di un'intricata operazione di compravendita. La famiglia Marchesi, attuale proprietaria di “Melette 2000”, ha da tempo messo sul mercato la società attirando l'interesse di due cordate di investitori; in vantaggio risulta la società 8effe che ha già firmato un preliminare con i Marchesi. Per il momento, però, i proprietari rimangono gli imprenditori vicentini che hanno ottenuto una proroga sulla concessione d'uso delle piste, con il preciso impegno di aggiustare il cavo d'acciaio della seggiovia Melette di Mezzo. Il cavo, infatti, in seguito al sopralluogo di idoneità degli impianti sciistici avvenuto a settembre, è stato trovato fuori norma. Per un tratto di 80 cm circa, il suo diametro ha una misura inferiore a quanto previsto per legge. Risultato: non è stato abilitato al trasporto di persone per l'inverno 2015/2016, con la conseguenza che la stazione, anche a fronte di abbonanti nevicate, potrebbe rimanere chiusa cagionando un danno non solo d'immagine ma anche economico a tutto il comparto commerciale galliese e altopianese. Da qui la decisione dell'amministrazione comunale di obbligare l'esecuzione dei lavori.

«Non mi piacciono le imposizioni – commenta Munari – Ma mi piace ancora meno scoprire che il problema era noto da tempo alla società e che il Comune non è stato informato venendone a conoscenza solo con l'invio per conoscenza delle conclusioni del sopralluogo d'idoneità. Stiamo facendo i salti mortali assieme ad Asiago e Roana per portare avanti un progetto fondamentale per l'economia invernale dell'Altopiano e poi scopriamo che per un semplice lavoro si rischia di non aprire».

Secondo i calcoli dei consulenti dell'ufficio tecnico galliese, il problema dello sfilacciamento è facilmente risolvibile con un intervento di 3.500 euro. Ma i tempi stringono anche perché il lavoro deve essere eseguito da tecnici autorizzati e poi convalidato dagli ingegneri collaudatori; professionisti non numerosi. Un loro intervento quindi può richiedere dalle 4 alle 8 settimane per un appuntamento.

A complicare la situazione è la messa in vendita della società, proprietaria di alcuni terreni dai quali partono alcune piste e dove poggiano alcuni pali di sostegno oltre che le due baite, Sporting e Solaia. Società che, una volta acquistata, dovrà anche concorrere al bando di assegnazione dell'uso degli impianti.

In più a gravare sulla prossima stagione invernale delle Melette, c'è anche il bacino idrico da 20 mila metri cubi non più impermeabile. Il rischio è che non possa garantire l'innevamento artificiale delle piste.

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