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Arcugnano

Manichino sulla croce eroe in rete. Ma divampano le polemiche

È ormai una vera e propria star del web l’“Angelo Bianco”, il manichino nel braccio della croce che domina Torri di Arcugnano
È ormai una vera e propria star del web l’“Angelo Bianco”, il manichino nel braccio della croce che domina Torri di Arcugnano
È ormai una vera e propria star del web l’“Angelo Bianco”, il manichino nel braccio della croce che domina Torri di Arcugnano
È ormai una vera e propria star del web l’“Angelo Bianco”, il manichino nel braccio della croce che domina Torri di Arcugnano

L’attrazione spopola, ma non piace a tutti. È ormai una vera e propria star del web l’“Angelo Bianco”, il manichino comparso due domeniche fa nel braccio della croce che domina Torri di Arcugnano. Nella giornata di ieri, il filmato girato dal videomaker CharliePix è stato condiviso sul profilo Facebook di Luca Zaia, raccogliendo migliaia di like. Anche se qualcuno è rimasto perplesso. Si tratta di Giovanna Rizzato, una delle tre sorelle proprietarie del terreno. 
«L’episodio ci ha un po’ sconcertato - le sue parole -. Io vivo a Milano, e ho ricevuto la notizia da una mia parente di Arcugnano, anche se avrei preferito essere stata fatta partecipe della cosa. Martedì ho sentito le mie sorelle, una delle quali si è presa la briga di sentire il sindaco, per capire se questa cosa verrà rimossa o meno». Giovanna Rizzato pone l’accento sulla convenzione, che secondo lei non sarebbe stata rispettata. «Quando abbiamo ereditato il terreno, nel 2017 - spiega Rizzato -, eravamo state interpellate dall’allora assessore Zolla affinché firmassimo una convenzione per la bonifica e la messa in sicurezza della zona. Si tratta di un sito archeologico che vale la pena di studiare, e da quello che so avevano già dei contatti con Roma anche per la valorizzazione. Quando però sono andata a darci un occhio, mi sono accorta di una serie interventi che non sono stati eseguiti. Ci preoccupa soprattutto la sicurezza, perché è un luogo tradizionalmente di passaggio, ed è pericolante». 

 

A spiegare la faccenda ci pensa Flavia Zolla, allora assessore alla cultura e attuale consigliere d’opposizione. «Si tratta di un’attrazione di grande importanza storico culturale - racconta Zolla -, e durante il mio mandato avevo organizzato parecchie iniziative a riguardo. È una torre di avvistamento risalente al XIII secolo, e potrebbe essere una delle due torri presenti nello stendardo comunale. Tra il 2014 e il 2020 erano attivi i “Bandi di sviluppo rurale per il Veneto”, e il mio obiettivo era parteciparvi per ottenere i fondi per la ristrutturazione. I bandi richiedevano che il manufatto fosse in gestione dell’Amministrazione locale, e questo è il motivo della convenzione. A fine 2017 era tutto pronto, ma nel 2018 il sindaco ha mandato una mail nella quale spiegava che non era più interessato. Un peccato, perché meriterebbe la giusta considerazione». 

«A inizio 2017 pareva ci fosse la certezza di un finanziamento - la replica del sindaco Paolo Pellizzari -, e pertanto era stata fatta la convenzione. Poi, come tutti i bandi che ha seguito Zolla, non è arrivato il becco di un quattrino. Non possiamo spendere soldi del Comune su una proprietà privata, anche perché andremmo davanti alla Corte dei conti. Con l’ultima azione della protezione civile, siamo andati a sistemare la zona: se le proprietarie ritengono che non abbiamo fatto abbastanza, valuteremo di rescindere la convenzione».

 

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