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Incrocio della morte
Ancora un incidente

Uno dei tanti incidenti verificatisi all’incrocio di Ponte di Lumignano
Uno dei tanti incidenti verificatisi all’incrocio di Ponte di Lumignano
Uno dei tanti incidenti verificatisi all’incrocio di Ponte di Lumignano
Uno dei tanti incidenti verificatisi all’incrocio di Ponte di Lumignano

Ancora un incidente nel famigerato incrocio di Ponte di Lumignano, al centro di aspre polemiche per la sua mancata messa in sicurezza. Lunedì mattina, un quarantottenne di Lumignano stava recandosi in sella alla sua bicicletta lungo la ciclabile che collega il paese a Castegnero, quando sulle strisce pedonali che s’intersecano con l’incrocio che immette la strada comunale sulla provinciale Riviera Berica, è stato toccato da una vettura condotta da una donna, sbalzandolo a terra.

Una dinamica non dissimile da tanti altri sinistri avvenuti in questo punto preciso, dove è scarsa la visibilità e ci si deve districare tra una selva di cartelli stradali per stabilire l’ordine di precedenza dei veicoli.

L’uomo caduto dalla sua bicicletta è stato subito soccorso dai passanti e accompagnato direttamente all’Ospedale di Vicenza dove è stato tenuto in osservazione fino a ieri, con contusioni varie alla spalla destra.

Insorgono i membri del comitato paesano istituito per la sicurezza dell’incrocio che in un ventennio ha fatto registrare ben tredici morti.

«È l’ennesimo incidente che denunciamo. Il penultimo simile a questo una settimana fa. Abbiamo perso il conto sui sinistri che questo incrocio ha provocato e sta provocando».

Nell’attesa il Comune di Longare rassicura che a breve su mandato stesso della Provincia di Vicenza si passerà alla progettazione e attuazione di un impianto semaforico che «dovrebbe risolvere l’annoso problema segnalato dai cittadini».

Il comitato da parte sua incalza nonostante le rassicurazioni: «Sono mesi che non riceviamo più notizie. Nessuno che dal Comune ci dica come stanno le cose. Sappiamo che c’è stato un finanziamento provinciale ma non siamo a conoscenza di nessun progetto. E dire che abbiamo depositato oltre settecento firme con la petizione che chiede maggiore sicurezza. Probabilmente noi cittadini siamo solo potenziali vittime, senza nessun coinvolgimento civico».

Antonio Gregolin

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