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In pensione l’educatrice Al nido salta la sezione

Il sindaco Giacomin. ARCHIVIO
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L’asilo nido comunale “Il Panda” di Creazzo avrà una sezione in meno. Almeno per il prossimo anno. È la decisione presa dall’Amministrazione di Stefano Giacomin che ha pure stabilito, sempre per l’anno 2018-19, di inserire bambini che abbiano compiuto almeno un anno di età. A spiegare le motivazioni è il primo cittadino che afferma: «A giugno andrà in pensione un’educatrice pertanto nella struttura ne resteranno in servizio quattro, di cui una part time. Inevitabilmente ciò comporterà un ridimensionamento del numero massimo di bambini che potranno essere ammessi alla frequenza dal momento che la legge stabilisce che ci sia un educatore ogni sei bimbi di età inferiore ai 12 mesi mentre per coloro che hanno compiuto un anno è previsto che sia presente un educatore ogni otto bambini». Una decisone non facile, evidenzia il primo cittadino, ma che per il momento non offre alternative alla luce del calo delle iscrizioni e al fatto che comunque il nido ha accumulato negli anni un deficit di oltre 160 mila euro. Negli ultimi 4 anni c’è stato un progressivo calo di richiesta del servizio e fino al 2016, in pieno anno educativo, il nido non raggiungeva la capienza piena e restavano diversi posti liberi. «Non possiamo permetterci di assumere una nuova educatrice – prosegue Giacomin – poiché vedendo l’andamento di iscrizioni degli ultimi anni ci sarebbe il rischio comunque di avere una persona in più a disposizione e pochi bambini, per questo motivo abbiamo deciso di rimodulare l’età di ingresso al nido». «Noi teniamo tantissimo a questo asilo nido – aggiunge l’assessore all’istruzione, Carmela Maresca – è da più di 40 anni che è presente a Creazzo, è una bella struttura e ha educatrici altamente qualificate. Ma per il momento la situazione non permette di effettuare assunzioni e il prossimo anno accadrà come succede in tutte le scuole di ogni ordine e grado: quando ci sono meno iscrizioni vengono create meno classi». In pratica il numero di bambini passerà dagli attuali 30 a 24 e il Comune sta già valutando a dei passi futuri proprio per mantenere il servizio attivo: «Stiamo pensando se, prossimamente, sarà possibile creare collaborazioni con altre Amministrazioni – conclude Giacomin – e fare una sorta di rete. In questo modo, avendo un bacino maggiore, si riuscirebbe a modulare il tutto in maniera diversa. Magari fare una convenzione con i Comuni vicini per gestire questi servizi e riuscire ad ammortizzare le spese ed ottimizzare, quando il numero dei bambini è in calo, anche le risorse». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Antonella Fadda

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