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Gli onori ai caduti di Monte Majo

La cerimonia in ricordo dei caduti di Monte Majo.FOTO FILOSOFO
La cerimonia in ricordo dei caduti di Monte Majo.FOTO FILOSOFO
La cerimonia in ricordo dei caduti di Monte Majo.FOTO FILOSOFO
La cerimonia in ricordo dei caduti di Monte Majo.FOTO FILOSOFO

Ancora una volta la Val Posina ha accolto quanti, italiani e austriaci, hanno voluto essere presenti alla celebrazione con cui sono state commemorate le oltre 3.000 vittime delle battaglie combattute sul monte Majo, nella Grande Guerra, a prezzo di immani sacrifici. Una commovente rievocazione, nata in origine dal desiderio dei reduci della Grande Guerra di ritrovarsi annualmente proprio alle pendici del Majo, e accanto alla chiesetta votiva che conserva la statua lignea di Maria, davanti a cui i combattenti, prima di salire in prima linea, erano soliti sostare e pregare.Il sindaco, Andrea Cecchellero, ha ribadito i motivi dell’annuale commemorazione «per ricordare i caduti, ma soprattutto per riscoprire valori che dovrebbero ispirare la nostra società». Mentre il sindaco di Jenbach, Walner Dietmar, ha sottolineato la necessità di camminare sul sentiero della pace, «per avere una società più giusta e democratica», il vicepresidente della sezione Monte Pasubio di Vicenza, Dino Cecconello, ha coniugato il dovere del ricordo all’obbligo di coltivare l’amicizia, l’onestà politica e sociale. Sentimenti su cui si è soffermato nell’omelia don Beppe Gobbo. «Queste montagne così care a coloro che vi hanno lasciato la vita – ha detto – ci parlano di un ingiustificato sacrificio e dei valori di cui dovrebbe fruire ogni persona. Eppure oggi sono molti i focolai accesi: pensiamo al nazionalismo che rasenta il razzismo, e che non è certo conforme al Vangelo e rispettoso dei morti che onoriamo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

G.M.

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