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Fusione, cresce il fronte del sì «I benefici saranno concreti»

Il delegato di Confartigianato Nerio Dalla Vecchia
Il delegato di Confartigianato Nerio Dalla Vecchia
Il delegato di Confartigianato Nerio Dalla Vecchia
Il delegato di Confartigianato Nerio Dalla Vecchia

Confartigianato Vicenza dà la propria benedizione ai progetti di fusione. Alla vigilia dei referendum che domenica 16 dicembre coinvolgeranno i cittadini di 14 Comuni per dare vita a cinque nuove realtà amministrative, l’associazione degli artigiani si schiera per il Si. Si voterà in Valbrenta (Campolongo, Solagna, San Nazario Valstagna e Cismon), per passare a Conco e Lusiana, a Mason e Molvena, a Carrè e Chiuppano, finendo nel basso vicentino con Longare, Nanto e Castegnero. Sul tema fusioni, da sempre visto con favore da Confartigianato Vicenza, interviene Nerio Dalla Vecchia, delegato alle politiche territoriali dell’associazione, il quale non esita a definire tale data un’opportunità di sviluppo per i Comuni e le comunità. «Le fusioni tra Comuni sono una delle forme di semplificazione amministrativa che da sempre sosteniamo come modello organizzativo più favorevole al mondo delle imprese. Da anni reclamiamo la necessità di rendere più snelli i processi decisionali e una maggiore uniformità di attuazione delle politiche rivolte a creare economie di scala tra le piccole realtà comunali, enti spesso vicini ma molto diversi tra loro, nell’applicazione dei tributi locali, dei regolamenti, nella gestione delle pratiche amministrative, nella fornitura dei servizi ai cittadini ed imprese che vogliamo essere più veloci ed efficienti e nelle scelte di sviluppo del territorio». La ragione del sostegno da parte di Confartigianato alle fusioni risiede soprattutto nella nuova concezione dei Comuni, «non più semplicisticamente intesi – prosegue Dalla Vecchia - come enti caratterizzati dai soli elementi costitutivi “classici” del territorio e della popolazione, ma soprattutto soggetti che devono essere posti nelle condizioni di raggiungere un elevato livello di welfare. Oggi il legislatore consegna ai cittadini questa opportunità che Confartigianato sposa perché crede non solo ai benefici immediatamente tangibili derivanti dai contributi straordinari statali erogati per dieci anni successivi alla costituzione e ai contributi regionali, ma anche perché questo porterebbe ad una diminuzione della fiscalità locale a carico del cittadino e delle imprese, e alla possibilità di incrementare le spese di investimento in servizi ed infrastrutture». E se tutto questo non dovesse bastare «dalla fusione dei Comuni ne trarrà beneficio – sottolinea il delegato alle politiche territoriali - anche il processo di riorganizzazione sovra comunale dei servizi, delle funzioni e delle strutture, attraverso la messa in rete delle risorse umane, finanziarie e strumentali e dell’adozione di logiche di polifunzionalità nel personale con minori spese di struttura grazie allo sfruttamento delle economie di scala nei costi e nei tempi e conseguenti maggiori risorse da dedicare ai servizi ai cittadini e alle imprese. Siamo stanchi di sentirci dire dai sindaci, quando li incontriamo e trasferiamo loro le necessità di imprese e cittadini in tema di opere pubbliche, fiscalità, servizi e sicurezza, “non abbiamo risorse”, “ci hanno ridotti i trasferimenti statali”, “non abbiamo personale”. Ora una soluzione c’è: gli amministratori pubblici - conclude Dalla Vecchia - sostengano con forza questo cambiamento. Si lascino da parte interessi di breve periodo magari di carattere elettorale rappresentando con chiarezza i vantaggi che ne deriveranno per tutti. Molti dunque i vantaggi derivanti dalla fusione anche in una logica di strategia di programmazione e sviluppo territoriale e urbanistico sovracomunale di area vasta o di sviluppo di politiche di marketing territoriale, nonché il maggior “peso istituzionale” del nuovo ente». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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