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Dopo vent’anni di attesa si rialza il sipario al Roi

Il teatro Roi al termine dei lavori di recupero. ARMENI
Il teatro Roi al termine dei lavori di recupero. ARMENI
Il teatro Roi al termine dei lavori di recupero. ARMENI
Il teatro Roi al termine dei lavori di recupero. ARMENI

Un sogno lungo vent'anni. Tirato fuori dal cassetto nel 1999 e da allora, per due decenni, cullato e tenuto vivo nonostante le difficoltà, gli imprevisti, i contrattempi burocratici e le ristrettezze economiche. Oggi finalmente, il restauro dell'ex dopolavoro Roi di Cavazzale è realtà. Con gennaio si è infatti conclusa l'impegnativa fase di interventi sullo storico cinema- teatro, pronto per tornare ad animare la stagione artistica monticellese ottant'anni dopo l'ultimo sipario. Un'impresa che ha interessato l'intero complesso che affaccia su piazza Trieste, costruito nel 1926 come luogo di svago per gli operai del canapificio Roi e costato fino ad ora 2 milioni e 760 mila euro: altre risorse serviranno ancora per la sistemazione conclusiva degli esterni, della zona impianti sportivi e per la realizzazione di una serie di locali accessori tra cui l'attesa palestrina per anziani. Il più però, grazie ad importanti contributi pubblici, regionali in primis, che hanno coperto i costi per l'80%, è stato fatto e con il certificato di agibilità che sarà rilasciato dai vigili del fuoco nei prossimi giorni nulla più è ora d'ostacolo alla riaccensione delle luci dell'edificio tardo Liberty. Sulla base del progetto di restauro, consolidamento statico e adeguamento impiantistico-funzionale redatto dagli architetti Paolo Fasolato e Renata Fochesato dello studio Aeditecne Srl di Vicenza, nel corso degli anni e per stralci funzionali l'imponente opera di ristrutturazione ha riguardato la scuola materna, gli appartamenti al primo piano per custode ed eventuali richiedenti asilo, la porzione che oggi ospita un istituto bancario, il grande salone delle feste, inaugurato nel 2016 e già sfruttato per eventi e incontri e, appunto, il teatro. Una platea da 266 posti, che saliranno a 300 una volta completata la loggia, messa assieme esclusivamente grazie alla generosità dei fedeli, privati, associazioni, aziende, che hanno aderito alla sottoscrizione promossa da don Franco Corradin comprando le poltroncine. «Di questo non possiamo naturalmente che essere grati a chi ha contribuito – ringrazia l'attuale parroco don Giacomo Viali- come non possiamo che esprimere soddisfazione per essere giunti finalmente a questo punto, ma preferiamo avere in mano tutte le autorizzazioni e le carte necessarie prima di parlare di inaugurazioni e cose simili». Consapevole che «la partita è finita quando l'arbitro fischia la fine», don Giacomo va cauto e non fa previsioni nemmeno sulle tempistiche per palestrina e impianti sportivi esterni, la ciliegina sulla torta: «Si andrà avanti – taglia corto- ma per ora facciamo una cosa per volta e pensiamo intanto ad aprire effettivamente al pubblico il teatro». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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