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Dimissioni al veleno
Zittiti i due consiglieri

Atmosfera sempre tesa nel Municipio di Bolzano Vicentino. ARCHIVIO
Atmosfera sempre tesa nel Municipio di Bolzano Vicentino. ARCHIVIO
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La polemica politica si infiamma facilmente a Bolzano Vicentino. Stavolta ad accendere la miccia ci ha pensato il consigliere di maggioranza Marcello Minuzzo, fresco di nomina a capogruppo per “L’altra Bolzano”.

Nel suo primo intervento da capogruppo, nell’ultimo consiglio comunale, Minuzzo ha prima ricordato l’assessore e vicesindaco Sergio De Dea per «la sua generosità, il suo altruismo, la sua passione e l’entusiasmo che lo contraddistingueva, ma soprattutto per la correttezza».

Questa correttezza, secondo Minuzzo, avrebbe permesso al Comune «di rientrare del debito di 7 milioni e mezzo, suddiviso in 73 mutui, e i conseguenti 900 mila euro annui da pagare, che ci siamo ritrovati sul “groppone” e che con grandissima fatica, ma con correttezza e responsabilità, abbiamo sempre onorato». Una situazione che, come ha più volte ripetuto il sindaco Galvan in questi anni, avrebbe tenuto il Comune con “le mani legate”, impedendogli di impiegare risorse in altri progetti. Una situazione che Minuzzo ha collegato all’uscita dalla maggioranza dei consiglieri Antonio Rigon e, in seguito, Carlotta Savioli, passati al gruppo di opposizione “Noi con Voi per il Paese”. «Non è vero che siamo stati noi ad allontanare Rigon e Savioli – ha detto Minuzzo -, sono stati loro ad andarsene, sicuramente quando si sono accorti che senza soldi non si poteva fare bella figura davanti ai cittadini».

Ai due consiglieri chiamati in causa non è stata data possibilità di rispondere. Potranno farlo per iscritto. «Non mi hanno dato la parola - è convinta Carlotta Savioli - per paura di quello che potevo dire. Dovrò accedere agli atti, una volta pubblicati e successivamente preparerò una risposta scritta. Non è vero che me ne sono andata dalla maggioranza, sono stata cacciata. Minuzzo ha dimostrato che questa amministrazione non sta andando da nessuna parte. Manca meno di un anno alle elezioni, il capogruppo poteva cogliere l’opportunità per dire cosa la maggioranza si impegna a fare nell’ultimo anno. Invece ha preferito tornare su storie vecchie. Parliamo ancora del passato, senza fare programmi». A.FR.

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