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Crescono i timori
per la Green City
Servono 100 milioni

Un’altra immagine dell’ambizioso piano urbanistico calidonenseIl rendering della Green City, la città verde che l’amministrazione comunale vorrebbe vedere realizzata grazie ai privati investitoriUn’altra immagine dell’ambizioso piano urbanistico calidonenseIl rendering della Green City, la città verde che l’amministrazione comunale vorrebbe vedere realizzata grazie ai privati investitori
Un’altra immagine dell’ambizioso piano urbanistico calidonenseIl rendering della Green City, la città verde che l’amministrazione comunale vorrebbe vedere realizzata grazie ai privati investitoriUn’altra immagine dell’ambizioso piano urbanistico calidonenseIl rendering della Green City, la città verde che l’amministrazione comunale vorrebbe vedere realizzata grazie ai privati investitori
Un’altra immagine dell’ambizioso piano urbanistico calidonenseIl rendering della Green City, la città verde che l’amministrazione comunale vorrebbe vedere realizzata grazie ai privati investitoriUn’altra immagine dell’ambizioso piano urbanistico calidonenseIl rendering della Green City, la città verde che l’amministrazione comunale vorrebbe vedere realizzata grazie ai privati investitori
Un’altra immagine dell’ambizioso piano urbanistico calidonenseIl rendering della Green City, la città verde che l’amministrazione comunale vorrebbe vedere realizzata grazie ai privati investitoriUn’altra immagine dell’ambizioso piano urbanistico calidonenseIl rendering della Green City, la città verde che l’amministrazione comunale vorrebbe vedere realizzata grazie ai privati investitori

Un fronte compatto, “Caldogno Futura”, “Movimento 5 Stelle”, gruppi come Italia Nostra, qualche commerciante, semplici cittadini, uniti per dire no al maxi piano urbanistico “Green City”.

Riunione delle voci “contro” martedì sera al bar Joia, impianti sportivi di via Torino, location d'emergenza dopo che la disponibilità della sala del centro comunitario è sfumata a ridosso dell'incontro: «Dopo che l'amministrazione ci aveva negato stanze pubbliche, anche la parrocchia ha fatto lo stesso, a voi le conclusioni», ha esordito rivolgendosi alla platea il capogruppo di “Caldogno Futura” Marco Lunardi.

Con lui, alla serata informativa moderata dal direttore di Radio Vicenza Francesco Brasco, Marilì Lunardello dei 5 Stelle, in prima linea per denunciare chi, per usare le sue parole, «ha già fatto scempio del territorio di Caldogno».

Accanto alle minoranze, contrarie alle nuove lottizzazioni e in particolare ai grandi piani, “Green City” e centro equestre, tre tecnici: l'architetto Bruno Sbalchiero, l'ingegner Emo Fontana e l'avvocato Anna Maria Fabris. Sbalchiero, ricordando come in paese si contino già 25 lottizzazioni aperte, ha poi puntato l'attenzione sul fatto che, nei 250 mila metri quadrati di “Green City”, gran parte del verde previsto sia ad uso privato e quello pubblico non sia altro che un bacino per la raccolta delle acque.

Se per l'ingegner Fontana il nodo cruciale resta l'inquinamento nelle ex cave d'argilla ( della bonifica si occuperebbe il promotore del progetto), l'avvocato Fabris ha invece concentrato il suo intervento sulla composizione della società “Nuova Caldogno srl”, snocciolando soci e stato di salute del soggetto.

Per tutti, il timore è che i proponenti non siano in grado, finanziariamente, di sostenere poi il resort ( hotel di lusso, abitazioni, campi da golf, centro commerciale) da 100 milioni di euro.

«Ma non è la società a doverlo realizzare – ribatte l'assessore all'urbanistica Marcello Vezzaro – bensì' un investitore terzo che dovrà avere la capacità di finanziare le opere. Quindi nessun rischio di cattedrali abbandonate in corso di costruzione».

E ci sarebbe già, stando all'ex sindaco, più di qualche grosso finanziatore interessato all'operazione, due fondi e un'azienda, tutti italiani.

«La novità - rivela Vezzaro – riguarda poi la possibilità di sviluppare nell'area un nuovo quartiere per gli americani, dal momento che si prevede un fabbisogno entro il 2019 di almeno 200 nuovi alloggi per la base del Din».

La progettazione della futura “città verde” include infatti oltre 24 mila metri quadrati di superficie residenziale divisi tra una sessantina di abitazioni unifamiliari, quattro palazzi con 60 appartamenti e una struttura con 24 mini alloggi e servizi comuni.

Come contropartita al Comune andranno piste ciclabili, strade, rotatorie e la tanto discussa bonifica dell'ex fornace.

Giulia Armeni

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