<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Caldogno

Bisca al bar
degli anziani?
Il sindaco si scusa

Si è discusso del centro anziani e della sua chiusura nell’ultima seduta del Consiglio
Si è discusso del centro anziani e della sua chiusura nell’ultima seduta del Consiglio
Si è discusso del centro anziani e della sua chiusura nell’ultima seduta del Consiglio
Si è discusso del centro anziani e della sua chiusura nell’ultima seduta del Consiglio

CALDOGNO. «Una bisca clandestina al bar degli anziani?» Si, no, forse... O meglio, «Io non ho mai visto con i miei occhi che giocassero a carte puntando denaro, ma più di qualcuno mi ha riferito che invece accadeva...».

Venti giorni dopo il polverone sollevato dalle parole del sindaco di Caldogno Nicola Ferronato sull’ex circolo degli anziani definito “bisca clandestina”, è il primo cittadino stesso a fare retromarcia. A metà.

«Mi assumo la responsabilità di quanto detto e mi scuso se il rilievo dato dal Giornale (la dichiarazione era contenuta in un’intervista), può aver fatto risentire qualcuno o sia stato male interpretato rispetto al senso che intendevo dare».

Ma qual era dunque, in effetti, il senso di quell’etichetta certo poco edificante appiccicata allo storico ritrovo degli anziani del paese?

A chiedere lumi, per nulla intenzionato a smorzare le polemiche, il capogruppo di “Caldogno Futura” Marco Lunardi che nel corso dell’ultima seduta consiliare ha incalzato Ferronato e la maggioranza a colpi di mozioni e interrogazioni: «Considerando che con bisca si intende un luogo frequentato da malfattori, ove si esercita il gioco d’azzardo illegalmente, e visto che il sindaco è stato in amministrazione nei due precedenti mandati, perché si è attivato solamente sei mesi fa, smantellando il locale, se sapeva quanto avveniva tra quelle mura?».

Ed è proprio qui, il nodo cruciale: davanti al Consiglio riunito, il sindaco assicura: «ho parlato di bisca clandestina, non riferita però, com’è ovvio, al senso letterale e men che meno giuridico del termine, ma solo intendendo semplicemente che all’interno del locale si svolgevano attività non rispettose delle leggi e regolamenti. Soprattutto facendo riferimento al fatto che un centro diurno è molto diverso da essere bar per il gioco delle carte».

Non negando però, allo stesso tempo, quelle “voci” che denunciavano l’esistenza di un mini casinò a due passi dalla casa di riposo.

Che a questo punto, a ormai otto mesi dalla chiusura del circolo, è destinato a rimanere un interrogativo senza risposta, se anche il presidente dell’associazione “Bella Età”, Gianfranco Castegnaro, aveva dichiarato di non essere a conoscenza di quanto succedeva nel locale.

«Se avessi avuto le prove di attività illecite – conclude Ferronato – avrei fatto regolare denuncia».

Illecite magari no, ma irregolari si: lo scorso autunno infatti le motivazioni all’improvvisa decisione di far sgomberare il bar erano state individuate nella mancanza di permessi e licenze e nell’accesso troppo libero di non tesserati.

Spiegazioni che, allora come oggi, non soddisfano “Caldogno Futura”, che sperava in una presa di distanza netta da parte dei colleghi della maggioranza: «Pur prendendo atto delle scuse, tardive, non cambia che quelle parole siano state dette da un sindaco, un pubblico ufficiale. Dispiace che i consiglieri abbiano chinato la testa, confidavamo in un sussulto di dignità».

Giulia Armeni

Suggerimenti