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Adesca ragazzina La ricatta con foto Finisce in carcere

I ricatti sexy sui social sono sempre più frequenti
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«Paola se non mi giri altre tue foto nude manderò quelle che mi hai già inviato a tuo fratello e allora vedrai quello che ti succederà». È il tenore del ricatto dell’operaio Daniele Biasio, 37 anni, di Lumignano di Longare, nei confronti di una quattordicenne di Catanzaro. Egli con abilità dopo avere carpito la fiducia della minorenne, conosciuta tramite social, aveva iniziato uno scambio di fotografie sempre più spinte. Fino a quando Paola (nome di fantasia), che si era resa conto di essersi spinta troppo in là, aveva deciso di interrompere la relazione virtuale, dovendo però subire le ripetute rimostranze dell’adulto. L’altra mattina i carabinieri di Longare del maresciallo Turriziani, coordinati dal capitano Gallucci della compagnia di Vicenza, hanno arrestato su ordine di carcerazione Biasio, che è difeso dall’avvocata Rachele Nicolin. Costui deve scontare ancora 1 anno, 5 mesi e 23 giorni di reclusione per atti sessuali con minorenne. In primo grado con il processo celebrato all’udienza preliminare con il rito abbreviato, era stato condannato a oltre 4 anni di carcere. La pena era poi stata ridotta a tre anni in Appello e, più di recente, è diventata definitiva dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’avv. Nicolin. All’imputato è stato anche inflitto il pagamento di un risarcimento danno definitivo di oltre 6 mila euro. Il caso giudiziario era scoppiato quando Paola aveva iniziato a rabbuiarsi. La madre l’aveva vista cambiare radicalmente nel giro di pochi giorni. Le aveva chiesto il motivo e, inizialmente, si era sentita rispondere che non c’era nulla di particolare. Ma la ragazzina si era mostrata ancora più agitata, la mamma allora aveva preso il suo telefonino e aveva scoperto ciò che turbava la figlia. Fu allora che Paola scoppiò in lacrime, raccontandole la verità. Aveva conosciuto qualche settimana prima un vicentino, appunto Daniele Biasio di Longare, col quale aveva iniziato a chattare ed a confidarsi sempre più. Fino a quando avevano iniziato a scambiarsi fotografie, diventate sempre più spinte, in cui entrambi apparivano nudi. Le richieste di Biasio erano diventate ancora più esplicite e fu allora che Paola interruppe il rapporto in teoria virtuale, ma che in realtà la stava segnando molto anche perché gli aveva inviato immagini molto compromettenti. E attraverso queste ultime prese il via il ricatto. Che si materializzò quando la minorenne ricevette l’intimazione dell’adulto: «O mi mandi ancora tue foto intime oppure le spedirò a tuo fratello che così comprenderà chi sei veramente». Con la denuncia della madre erano scattate le indagini della polizia postale di Catanzaro che avevano portato all’emissione di una prima ordinanza di custodia cautelare in prigione. Nell’inchiesta erano stati coinvolti anche i carabinieri, che avevano constatato che Biasio aveva allacciato rapporti virtuali anche con altre ragazzine, senza però mai spingersi all’impudenza manifestata nei confronti di Paola. Quella mancanza di ritegno di stampo criminale che gli aveva aperto una prima volta le porte del San Pio X, che si sono chiuse di nuovo dietro di lui l’altro ieri. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ivano Tolettini

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