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Enego

Fa retromarcia
L’ex sindaco
finisce nel dirupo

di Gerardo Rigoni
L’auto dell’ex sindaco finita con le ruote all’aria. FOTOSERVIZIO RIGONILa scarpata  dove si è fermata la macchina dopo la carambola
L’auto dell’ex sindaco finita con le ruote all’aria. FOTOSERVIZIO RIGONILa scarpata dove si è fermata la macchina dopo la carambola
L’auto dell’ex sindaco finita con le ruote all’aria. FOTOSERVIZIO RIGONILa scarpata  dove si è fermata la macchina dopo la carambola
L’auto dell’ex sindaco finita con le ruote all’aria. FOTOSERVIZIO RIGONILa scarpata dove si è fermata la macchina dopo la carambola

Una retromarcia fatta magari con la fretta di rientrare a casa e, complice la notte scesa velocemente sul bosco di Enego, potevano esserci gravi conseguenze per Ivo Boscardin, 66 anni, di Enego, che invece se l’è cavata con graffi ed ematomi su buona parte del corpo. L’uomo è molto conosciuto, essendo dirigente del plesso scolastico di Enego e avendo ricoperto la carica di sindaco di Enego dal 1990 al 1995.

Come sindaco era salito alla ribalta delle cronache, anche nazionali, per aver cercato di contrastare il calo demografico nelle montagne decidendo di elargire 500 mila lire all’anno alle famiglie numerose di Enego.

Oggi Boscardin è ancora attivo nel vita sociale del paese: ha ricoperto vari incarichi politici ed è da anni direttore della riserva alpina di caccia.

Venerdì pomeriggio Ivo Boscardin era andato a fare un giro nei boschi, appena sopra l’abitato altopianese, proprio per controllare l’area inserita nella riserva di caccia di Enego. Dopo aver parcheggiato in una stradina bianca posta a mezzo monte, l’uomo è andato a fare quattro passi sopra il rifugio Tombal, in direzione Piana di Marcesina e Forte Lisser. Poi, al calare della sera, verso le 17, Boscardin ha fatto ritorno alla sua Fiat Sedici per rientrare a casa. Ma, appena ingranata la retromarcia e fatti pochi metri, l’auto è finita con le gomme fuori dalla sede stradale e penzolanti nel vuoto sottostante. Inevitabile la carambola dell’auto giù per la scarpata, dove si è ribaltata più volte prima di finire a una trentina di metri dalla strada e con le gomme all’aria.

L’auto è andata in pratica distrutta nell’incidente, con danni estesi su tutta la carrozzeria, ma Boscardin ne è uscito indenne.

Se è riuscito a salvarsi lo deve sicuramente all’uso delle cinture di sicurezza, ma ha contribuito anche il suo fisico ancora atletico grazie ad un costante allenamento fatto di escursioni, sciate e uscite in bicicletta.

Appena ripresosi dallo spavento, e dopo aver accertato di non avere niente di rotto, Boscardin è uscito dall’auto da solo e, recuperato il cellulare, ha telefonato al figlio chiedendo che lo venisse a prendere. Forse soltanto dopo l’arrivo del figlio Boscardin si è reso conto del rischio che ha corso. Tanto che, nonostante la sua natura “montanara” un po' schivo e un po' restio alle attenzioni, ha accettato il consiglio del figlio di essere accompagnato in ospedale ad Asiago per i controlli del caso. Al nosocomio altopianese, che ha visto lo stesso Boscardin spesso in prima linea per salvaguardarlo da tagli irriflessivi, l’uomo è stato visitato e poi trattenuto in osservazione nel pronto soccorso (per semplice precauzione, considerando anche la distanza tra Enego e l’ospedale) per tutta la notte e poi dimesso ieri mattina dopo che tutti gli esami clinici escludevano danni o possibili complicazioni.

«Mi è andato bene e mi rendo conto che mi potevo ferire – ammette Boscardin, ribadendo che non è successo niente di grave – questo non significa che smetterò di andare per boschi e montagne. E tanto meno rallenterò i miei ritmi. Solo starò molto più attento».

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