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Violenza sulle donne, seicento casi nascosti La “Rete” va al mercato

L’assessore Erica BertoncelloLo sportello dell’associazione “Questacittà” in via SchiavonettiDonne al mercato in una foto di repertorio: il punto per denunciare gli abusi sarà aperto anche il giovedì
L’assessore Erica BertoncelloLo sportello dell’associazione “Questacittà” in via SchiavonettiDonne al mercato in una foto di repertorio: il punto per denunciare gli abusi sarà aperto anche il giovedì
L’assessore Erica BertoncelloLo sportello dell’associazione “Questacittà” in via SchiavonettiDonne al mercato in una foto di repertorio: il punto per denunciare gli abusi sarà aperto anche il giovedì
L’assessore Erica BertoncelloLo sportello dell’associazione “Questacittà” in via SchiavonettiDonne al mercato in una foto di repertorio: il punto per denunciare gli abusi sarà aperto anche il giovedì

La Rete antiviolenza va al traino del mercato del giovedì per raggiungere le donne oggetto di abusi. Sarà presto aggiunta un’apertura settimanale allo sportello di via Schiavonetti che l’associazione Questacittà ha già destinato alle vittime di violenza fisica, psicologica ed economica. Una decisione, questa, votata dall’amministrazione comunale all’ultimo Consiglio per facilitare l’accesso alla Rete e ai suoi servizi da parte delle centinaia di donne del comprensorio che vivono di fatto segregate, godendo di una relativa libertà di movimento solo nei giorni di mercato. «È lo sviluppo del protocollo firmato tre anni fa – spiega l’assessore al sociale Erica Bertoncello – dai 28 Comuni della conferenza dei sindaci con Asl, Casa Tabità, associazione “Questacittà”, Centro “Ares” e forze dell’ordine. Una volta costruita e resa operativa la rete, con possibilità per le donne vittime di violenza di rivolgersi a ognuno degli enti coinvolti e ricevere aiuto, ora si tratta di renderla capillare». Questo perché i numeri registrati anche lo scorso anno (322 segnalazioni di violenze nel comprensorio, 106 casi presi complessivamente in carico, 14 casi seguiti nello specifico a Bassano) fotografano solo una parte ridotta degli abusi che sono commessi sul territorio. Si stima che il doppio degli episodi non vengano portati alla luce. «Di regola – riprende l’assessore – solo una vittima su tre segnala la propria condizione ai centri accreditati o alle forze dell’ordine. Talvolta evita la denuncia per vergogna, molto spesso perché è sottoposta a un controllo ossessivo del compagno o del coniuge. In questo senso, la coincidenza con il mercato settimanale dovrebbe garantire una maggior facilità di accesso allo sportello. I dati dimostrano che il giovedì mattina e il sabato, quando si va a fare la spesa tra le bancarelle, le maglie del controllo si allentano. L’apertura il giovedì dovrebbe anche favorire le donne prive di auto propria, che raggiungono il centro in autobus o in treno». Il tutto al costo di 6mila euro, messi a bilancio dall’Amministrazione per pagare gli operatori allo sportello. «Purtroppo le violenze contro le donne sono trasversali e a loro modo “democratiche” – riprende l’assessore -, nel senso che non conoscono distinzioni di ceto sociale, di colore politico e di istruzione. È più facile che si accompagnino a una scolarità bassa, ma ci sono alcuni tipi di violenza, come quella psicologica o quella economica tipiche dei nuclei familiari benestanti e italiani». Da qui, la decisione di potenziare la rete con l’apertura supplementare. «L’attività di monitoraggio successiva alla firma del protocollo – conclude l’assessore – ha confermato che il Bassanese non è esente da nessuna delle violenze principali, alle quali vanno aggiunte molestie e stalking. Per troppo tempo ci siamo immaginati come un’isola felice. Non è così e vogliamo intervenire». •

Lorenzo Parolin

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