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Bassano

Vestiti da soldati
per foto di classe
Salta la gita

L’istituto professionale Remondini
L’istituto professionale Remondini
L’istituto professionale Remondini
L’istituto professionale Remondini

«Gli studenti per la foto di classe erano vestiti da militari»; «non tutti, perché alcuni di loro indossavano passamontagna e bandana che, come mostrano da anni i filmati in Tv, li portano i terroristi dell’Isis»; «macché, i ragazzi avevano deciso di vestirsi così prima degli attentati di Parigi, è stata una coincidenza». Sono le tre posizioni all’indomani del caso Remondini, diventato di dominio pubblico. Chi offre, se davvero c’è, l’interpretazione più aderente alla realtà?

Un dato è certo. La preside - militari, terroristi o che dir si voglia - non l’ha mandata giù ed ha deciso che la classe cui appartengono gli studenti in questione non andrà in gita. La Consulta provinciale degli studenti ha fortemente contestato l’iniziativa dei ragazzi dell’istituto Remondini che nei giorni scorsi si sono presentati per la foto di classe «vestiti da militari»: un travestimento che per la presenza di bandane e passamontagna da qualche allievo è stato visto come un richiamo al terrorismo.

La Consulta provinciale ha espresso «sdegno per chi ha avuto il becero coraggio di presentarsi per la foto di classe “a tema” con travestimenti a loro dire ironici e innocenti», ma che in realtà «vanno ad urtare direttamente la sensibilità di tutti di noi, in particolare dopo gli ultimi attacchi a Parigi». Provvedimenti disciplinari che pare non tarderanno ad arrivare: la gita di classe per gli studenti protagonisti dell’episodio rischia di saltare. La preside dell’istituto tecnico e professionale di via Travettore, Anna Segalla, ritiene decisamente poco opportuno il travestimento, soprattutto alla luce dei recenti attentati di Parigi.

Questi i fatti. Lunedì scorso, al Remondini, era in programma la foto di classe per l’annuario. Ogni sezione aveva scelto un travestimento a tema. Ad esempio, alcuni studenti avevano deciso di vestirsi da contadini. Scelta ben diversa, invece, quella di una classe di prima, composta da una ventina di quattordicenni. «Gli studenti si sono presentati vestiti da militari e non da terroristi, come invece era trapelato in un primo momento - afferma la dirigente scolastica - L’ho ritenuta comunque una scelta davvero di pessimo gusto: una ragazzata. Non era il caso di presentarsi così dopo gli attentati. Sono intervenuta e ho deciso di sospendere la foto. Alcuni di loro si sono lamentati. Una studentessa, ad esempio, mi ha riferito che si era comprata i pantaloni mimetici apposta per fare la fotografia». I ragazzini, stando a quanto riferisce la preside, si erano travestiti da soldati, con tute mimetiche e visi dipinti. «Niente passamontagna o abiti neri o arancioni che potessero richiamare i terroristi o i loro ostaggi passati tristemente alle cronache per le decapitazioni», spiega la dirigente. Ma c’è chi dà una versione diversa e parla di «passamontagna e bandana» come ha postato su Facebook il rappresentante di classe Enrico Pianezzola.

«Lunedì mattina era arrivata una circolare del ministero che invitava le scuole a sviluppare un dibattito con i ragazzi per riflettere sui fatti avvenuti a Parigi - continua la dirigente - Non mi sembrava perciò opportuno dare il via a questo dibattito permettendo una foto che ritraeva gli studenti travestiti da militari». «Nei prossimi giorni - prosegue - il consiglio d’istituto valuterà se sia il caso di lanciare un segnale forte. Non è escluso che venga annullata la gita di classe, che per i ragazzi di prima superiore si svolge in una città d’arte italiana. È un momento molto atteso, per cui una punizione del genere potrebbe più adatta di altre più drastiche, come la sospensione, che non abbiamo intenzione di prendere in considerazione». Sul caso è intervenuta l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan: «Nessuna giustificazione o tolleranza può essere richiamata a fronte del fatto vergognoso verificatosi al Remondini. La fetta di Islam che predica l’odio va condannata senza reticenza. È inopportuno ironizzare: consiglio a quei ragazzi di ripassarsi le basi dell’educazione civica». E.S.

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