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Bassano

Vestiti da militari
per foto di classe
Ma è polemica

L’istituto Remondini di Bassano al centro della bufera
L’istituto Remondini di Bassano al centro della bufera
L’istituto Remondini di Bassano al centro della bufera
L’istituto Remondini di Bassano al centro della bufera

BASSANO. ore 16 Si sarebbero presentati per la foto di classe vestiti da militari, e non da terroristi, alcuni minorenni dell'istituto tecnico Remondini finiti nell'occhio del ciclone. Aspetto, però, che non pare frenare le polemiche sull'episodio. 

 

ore 6 È bufera per una foto di classe a “tema” terroristico da parte di alcuni minorenni, all’istituto tecnico Remondini di Bassano, dove alcuni studenti si presentano con abiti militari e passamontagna, facendosi beffe della tragedia per gli attentati di Parigi. La preside ovviamente li riprende, alcuni fanno un passo indietro spogliandosi dei travestimenti, ma altri rivendicano il diritto di poter essere immortalati nell’annuario «vestiti come gli pare», alimentando un putiferio.

Mettici la leggerezza dei social network, con la sua capacità di ridicolizzare ogni fatto di cronaca e la giovane età degli studenti del primo anno che magari di storia han studiato davvero poco, per miscelare un caso pronto a far discutere, e non poco.

È quello che è accaduto lunedì all’istituto bassanese, quando tutte le classi sono state chiamate a fare la classica foto da inserire nell’annuario. Per la maggior parte è andato tutto bene.

Infatti, gli studenti si son presentati vestiti di rigore, belli sorridenti, mentre in alcune classi prime qualcuno è arrivato vestito con abiti militari, bandane che gli coprivano il volto, quasi per emulare i carnefici protagonisti delle esecuzioni dell’Isis, e allo stesso modo altri hanno scelto di indossare dei passamontagna.

Magari per loro era uno scherzo, ma dopo i fatti di Parigi, e a prescindere da quelli, di ironico nessuno ci ha visto nulla.

Soprattutto la dirigenza scolastica che, venuta a sapere dell’iniziativa davvero di cattivo gusto, è intervenuta in maniera risoluta per bloccare ogni tipo di assurda foto di gruppo, avvisando gli studenti travestiti che sarebbero stati presi provvedimenti.

Per qualcuno la tirata d’orecchi ha funzionato, tanto che gli abbigliamenti beffeggianti l’Isis e il terrorismo, sono stati tolti subito, altri invece, spavaldi come l’incoscienza o l’ignoranza, hanno rivendicato la libertà di potersi vestire come volevano, e così hanno fatto.

Se la foto sia stata scattata o meno, con gli studenti ribelli travestiti a quel modo ancora non è certo, fatto sta, che per porre rimedio alla sconveniente carnevalata non solo si sta muovendo la dirigenza scolastica ma pure la consulta provinciale degli studenti, che stigmatizza l’iniziativa dei ragazzi bassanesi con una comunicazione risoluta e tagliente.

«In seguito ai gravi fatti avvenuti ieri all’interno del nostro istituto - spiega la Consulta provinciale - volevamo esprimere tutto il nostro sdegno e distaccamento da coloro che hanno avuto il becero coraggio di presentarsi per la foto di classe a tema con travestimenti a loro dire ironici e innocenti, che in realtà vanno ad urtare direttamente la sensibilità di tutti di noi, in particolare dopo gli ultimi attacchi a Parigi. Molto probabilmente verranno presi gli adeguati provvedimenti disciplinari».

Dei “cerotti”, quelli della Consulta e della dirigenza scolastica, che difficilmente riusciranno a tamponare l’emorragia di polemiche circa un diritto alla liberà di pensiero ed espressione certamente esercitato dai giovani che i passamontagna proprio non se li sono voluti togliere, per rivendicare al massimo una spregiudicata, sguaiata e inopportuna ironia, frutto di tanta ignoranza viste le lacrime versate anche a Venezia.

A dimostrare la spaccatura tra l’ardire, si spera inconsapevole, delle giovani “leve” del Remondini, c’è la dichiarazione che campeggia a chiare lettere nel sito dell’istituto, pubblicata dopo l’attacco di Parigi che dice. “Nous sommes tous des Parisiens”.

Ma proprio tutti? Evidentemente no.

Francesca Cavedagna

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