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Vardanega, liquidazione I cantieri ora passano a una nuova azienda

Il cantiere del Ponte degli Alpini desolatamente chiusoGiannantonio Vardanega mentre annuncia la messa in liquidazione della sua impresa FOTO CECCON
Il cantiere del Ponte degli Alpini desolatamente chiusoGiannantonio Vardanega mentre annuncia la messa in liquidazione della sua impresa FOTO CECCON
Il cantiere del Ponte degli Alpini desolatamente chiusoGiannantonio Vardanega mentre annuncia la messa in liquidazione della sua impresa FOTO CECCON
Il cantiere del Ponte degli Alpini desolatamente chiusoGiannantonio Vardanega mentre annuncia la messa in liquidazione della sua impresa FOTO CECCON

«Ho deciso di mettere in liquidazione la Vardanega e di affittare un ramo dell’azienda». Ennesimo colpo di scena sul caso Ponte degli Alpini, questa volta tutto interno alla Nico Vardanega Costruzioni di Possagno. Ieri a mezzogiorno il titolare Giannantonio Vardanega ha comunicato la messa in liquidazione della sua azienda, la quale fino a poche settimane fa aveva in mano i due principali cantieri di Bassano: oltre a quello per il Ponte Vecchio, pure il Polo museale Santa Chiara. Vardanega parla di «decisione sofferta», che ha comportato oltre alla messa in liquidazione «anche l’affitto di un ramo aziendale». Tutti i cantieri in corso d’opera (ma non quello del Ponte da cui l’impresa è stata estromessa dal Comune), compreso quello per il Polo museale Santa Chiara, passano quindi a una nuova società, la Imprevar srl di Roma. Società che, ha dichiarato Vardanega, «ha interlocutori locali». Eccoli, gli interlocutori: secondo i dati individuati dal Giornale di Vicenza, il 20 per cento del capitale sociale risulta detenuto da Massimiliano Simoncello, uomo di fiducia dello stesso Vardanega, visto che è stato il direttore del cantiere per il Ponte degli Alpini. Il restante 80 per cento, invece, è detenuto dalla Brick srl di Roma, società nella quale vi sarebbero imprenditori veneti. «Tutti i cantieri, il know how e le attrezzature passano alla nuova azienda - afferma Vardanega - mentre la sede operativa resterà quella attuale». Resta alla nuova società anche il direttore tecnico della Vardanega Nico Cunial. L’ingaggio di due uomini chiave di Vardanega può anche essere letto come la volontà di Imprevar di affidarsi a personale già esperto dei cantieri per non perdere tempo. I motivi della decisione di Vardanega? «L’urto mediatico negativo causato dal Comune di Bassano e da certa stampa - prosegue l’imprenditore - Il suo comportamento ha avuto un risvolto devastante nei confronti di tutti gli altri cantieri: l’impatto mediatico ha creato difficoltà nei risvolti finanziari e situazioni delicate nei rapporti con gli enti con i quali collaboravamo. Il Comune ha raggiunto l’obiettivo che voleva, visto che pensava che eliminando la Vardanega avrebbe risolto i problemi che riguardano il ponte. Secondo me non è così». Vardanega annuncia anche che il ricorso contro il Comune per l’estromissione dal cantiere del Ponte Vecchio è quasi pronto. La nuova società subentrerà dunque nel contenzioso. Il subentro della Imprevar srl comporta infine lo smantellamento del cantiere tuttora in essere, tra cui le attrezzature varie, i puntellamenti e i baraccamenti. E Giannantonio Vardanega, cosa farà, ora che non è più a capo della sua impresa? «Non so se avrò un ruolo nella nuova società, lo vedremo più avanti - chiosa -. Io, comunque, per adesso ho fatto un passo indietro. Per quanto riguarda la liquidazione aziendale, la porteremo avanti fino in fondo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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