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Vardanega attacca «Comune bugiardo e tecnici incapaci»

I vertici della Vardanega durante la conferenza stampa. CECCONUna desolante immagine del Ponte degli Alpini sul quale è stata sospesa ogni attività di restauro. FOTO GIANCARLO CECCON
I vertici della Vardanega durante la conferenza stampa. CECCONUna desolante immagine del Ponte degli Alpini sul quale è stata sospesa ogni attività di restauro. FOTO GIANCARLO CECCON
I vertici della Vardanega durante la conferenza stampa. CECCONUna desolante immagine del Ponte degli Alpini sul quale è stata sospesa ogni attività di restauro. FOTO GIANCARLO CECCON
I vertici della Vardanega durante la conferenza stampa. CECCONUna desolante immagine del Ponte degli Alpini sul quale è stata sospesa ogni attività di restauro. FOTO GIANCARLO CECCON

L’ultimo atto di Giannantonio Vardanega è la bocciatura totale del progetto di restauro del Ponte degli Alpini e la promessa di un ricorso contro il Comune di Bassano per quasi un milione e mezzo di euro. Dopo che i dirigenti comunali hanno rescisso il suo contratto, ieri il patron della ditta di Possagno è uscito allo scoperto e insieme al suo direttore del cantiere Massimiliano Simoncello e al direttore tecnico Nico Cunial ha sparato a zero contro il Comune, sia contro la sua parte politica sia contro la sua parte tecnica. Un attacco pesantissimo, quello dell’imprenditore, che ha accusato l’Amministrazione di aver mentito su uno dei punti fondamentali del progetto, e cioè la disponibilità della spalla Nardini. Una disponibilità che invece il Comune ha sempre sostenuto essere scritta nero su bianco in una convenzione firmata con la famiglia Nardini. L’ultima parola, a questo punto, spetterà ai giudici. «Ci siamo trovati di fronte a questioni insormontabili, in primis la mancanza della disponibilità delle aree, che ci è sempre stata nascosta - ha detto Vardanega -. C’era una convenzione che noi consideravamo valida, ma poi sono venuti meno gli elementi che dovevano validare questa stessa convenzione. Questo mi fa pensare che l’Amministrazione forse ci abbia mentito sulla disponibilità della spalla». A rinforzo di questa tesi, l’imprenditore ha rivelato di avere saputo che il professor Claudio Modena, consulente del progetto di restauro, «aveva proposto una soluzione per ovviare alle problematiche della spalla, una sorta di cordolo per agganciarsi alla distilleria». Vardanega ha poi letto una dichiarazione ufficiale: «Abbiamo cercato in ogni modo di eseguire un’opera che sarebbe stato un fiore all’occhiello per la nostra azienda - ha affermato -. Purtroppo il progetto presenta delle lacune impossibili da risolvere. I tecnici del Comune, inoltre, non sono mai stati all’altezza di seguire una situazione del genere. La risoluzione del nostro contratto è stata decisa al Comune per coprire le lacune del progetto, quando l’Amministrazione avrebbe fatto meglio a chiedere i danni proprio a chi quel progetto l’ha preparato. Adesso, soltanto il nostro ricorso ci darà giustizia». Un ricorso che vedrà la ditta chiedere al Comune l’importo totale delle lavorazioni che ritiene di avere eseguito, una cifra pari a circa 1 milione 300 mila euro, alla quale aggiungere il risarcimento danni. Martedì, comunque, i tecnici dell’azienda e quelli del Comune si troveranno per eseguire lo stato di consistenza delle ture. Vardanega ha assicurato che le rimuoverà, e questo nonostante si senta «tradito e deluso» dall’Amministrazione bassanese. «L’indisponibilità della spalla Nardini invalida il progetto, che è irrealizzabile- ha chiuso l’imprenditore -. Spero che qualcuno in sede istituzionale riconosca questa ingiustizia. Non lo dico per me, ma per tutti i cittadini di Bassano». •

Enrico Saretta

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