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Unità ed eccellenze
chiavi del rilancio
del San Bassiano

L’ospedale San Bassiano al centro dei  timori dei sindaciSimone Bontorin
L’ospedale San Bassiano al centro dei timori dei sindaciSimone Bontorin
L’ospedale San Bassiano al centro dei  timori dei sindaciSimone Bontorin
L’ospedale San Bassiano al centro dei timori dei sindaciSimone Bontorin

Rilanciare l’ospedale di Bassano, ripulendolo dagli aspetti più “negativi” acquisiti in passato e resistendo alla forza d’urto dei “nemici-amici” dell’Alto Vicentino. È questa la sfida che si propongono i sindaci bassanesi riuniti nel Distretto 1 della neo Ulss 7.

Ad inizio settimana i primi cittadini, gli assessori al sociale e i rappresentanti delle categorie economiche del territorio dell’ex Ulss 3 si sono ritrovati per fare il punto della situazione della nuova Ulss “Pedemontana” e per approvare il Piano di zona per il 2017. L’occasione ha visto anche la prima uscita istituzionale del neo sindaco di Romano Simone Bontorin, che ha già ben chiari quali sono i rischi che corre l’ospedale bassanese e sa cosa fare per scongiurarli.

«Dobbiamo iniziare a battere i pugni - afferma Bontorin - perché ne va del nostro territorio e dei suoi servizi. È innegabile che in alcuni settori il nostro ospedale soffra della carenza di specialisti di spicco: di conseguenza, certi reparti vedono una mancanza di fiducia da parte degli utenti. Uno di questi, come ci hanno riferito gli stessi vertici dell’Ulss, è il reparto di Ortopedia. La gente preferisce andare a Cittadella. Lo stesso discorso vale anche per altri reparti che magari non hanno una storia così importante come quelli che si trovano in altri ospedali e così l’utenza preferisce rivolgersi altrove. Certo, le eccellenze non mancano, vedi il reparto di Urologia, ma dobbiamo riuscire ad invertire la tendenza per scongiurare la perdita di “appeal” del nostro ospedale, che ha già sofferto di scarsa considerazione in passato».

Se a questo si aggiunge la “sfida” (tutta politica, in fondo) lanciata dai vicini di Thiene e Schio, si capisce che l’impresa per gli amministratori bassanesi si preannuncia ardua e dagli esiti sicuramente non scontati.

«È risaputo che i sindaci dell’Alto Vicentino al momento siano più uniti nel perseguire una linea comune che valorizzi il loro ospedale - prosegue Bontorin -. Hanno una maturità diversa. Ecco quindi che noi bassanesi dobbiamo fare fronte comune, abbandonando i campanilismi e le divergenze politiche. Solo così il nostro ospedale riuscirà a resistere».

E resistenza per Bontorin fa esclusivamente rima con eccellenza.

«Dobbiamo assolutamente invertire la tendenza e contrastare coi fatti l’allontanamento dei cittadini dal nostro ospedale per certe prestazioni - riferisce -. Dobbiamo dunque individuare specialisti e luminari, magari con dei sondaggi, e portarli in città».

In attesa del rilancio del S. Bassiano, i sindaci hanno approvato in linea provvisoria una serie di incarichi amministrativi e una decina di primariati, prima vacanti e ora per alcuni reparti condivisi con l’ospedale di Santorso.

Enrico Saretta

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