Una cerimonia per ricordare i Caduti, ma anche per riflettere su quanto il loro sacrificio abbia insegnato ancora poco, allo specchio di una realtà internazionale ancora sottomessa dallo scettro subdolo e devastante delle guerre e degli attacchi terroristici. Questo il messaggio all’unisono di tutte le autorità presenti, a partire dal sindaco di Crespano, Annalisa Rampin, Comune organizzatore del tradizionale raduno delle “Genti Venete”, che ieri ha portato a Cima Grappa le massime rappresentanze civili e militari, insieme a migliaia di cittadini provenienti sia dalla provincia di Vicenza che dal trevigiano. A loro, e ai tanti volontari del Comitato organizzatore, dell’Ana Montegrappa e della Protezione Civile che hanno permesso il perfetto svolgimento del fitto programma, è andato l’encomio del sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi. «Questa cerimonia - ha esordito Rossi - , e tutte le persone che in questa prima domenica di agosto sono venute al sacrario del Grappa, con grande spirito civico, senso morale e della responsabilità al ricordo, invece di passare una domenica al mare, dovrebbe essere la prima notizia dei telegiornali nazionali».
Il sacrario, ornato dal gonfalone della Regione e delle città di Bassano, Belluno, Treviso e Vittorio Veneto, d ai vessilli delle sezioni Ana e dai labari provinciali dell’associazione del Nastro Azzurro, ai medaglieri dei fanti, alpini e artiglieri d’Italia, era un tripudio di colori. L’intera cerimonia, a cui hanno partecipato decine di sindaci dei Comuni del territori, insieme al prefetto di Treviso Laura Lega, è stata scandita dai cori Edelweiss e dalle roboanti melodie della filarmonica di Crespano.
Ma a farla da padrone, tra gli interventi dei rappresentati regionali e di Stato e la messa celebrata dal vescovo di Belluno e Feltre, Renato Marangoni, è stato il silenzio in ricordo dei Caduti e del loro sacrifico. Se il futuro è condito dall’incertezza, sul Grappa ieri si è respirata aria di speranza.
«Dobbiamo ricordare in nome dei nostri figli - ha spiegato Rossi -, dobbiamo insegnare loro l’importanza della memoria storica come passaggio dei valori fondanti della democrazia perché si possa realizzare un futuro più sicuro e libero». Tra gli interventi, quello di Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale, che prima di mettere il punto su una necessaria riflessione di pace, dato l’assedio di quotidiani conflitti, ha ricordato i recenti fatti di Cortina, con l’esondazione del torrente che ha devastato più frazioni, dove «sono impegnati centinaia di volontari che lavorano senza sosta per riportare la normalità nelle zone colpite, a loro va il nostro più sentito grazie».
La cerimonia si è conclusa alla caserma Milano con il corteo ha percorso le scalinate che portano al cimitero Austro-ungarico, poi la banda austriaca posizionata sulla Via Eroica, ha fatto da sfondo all’intervento del rappresentante della Croce Nera d’Austria. F.C.