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Un argine al degrado
La città ha recuperato
il suo porto fluviale

L’antica via di accesso alla città dal fiume era diventata un’area degradata. FOTO CECCON La zona retrostante palazzo Sturm nei pressi del Brenta
L’antica via di accesso alla città dal fiume era diventata un’area degradata. FOTO CECCON La zona retrostante palazzo Sturm nei pressi del Brenta
L’antica via di accesso alla città dal fiume era diventata un’area degradata. FOTO CECCON La zona retrostante palazzo Sturm nei pressi del Brenta
L’antica via di accesso alla città dal fiume era diventata un’area degradata. FOTO CECCON La zona retrostante palazzo Sturm nei pressi del Brenta

L’antidoto al degrado si chiama “Piazza di Brenta”. Al giro di boa di metà percorso, il progetto sperimentale di riqualificazione attivato in aprile per rivitalizzare via Portici lunghi e via Porto di Brenta sta dando risultati anche sul fronte del decoro urbano. E le telefonate alla polizia locale per segnalare episodi di inciviltà si sono pressoché azzerate. «L’idea era riportare attività in una zona del centro “dimenticata” – spiega il coordinatore del progetto, Mattia Bertin – attivando un processo di segno opposto a quello che porta all’abbandono. Ci interessava trasformare la zona dell’ex porto fluviale in un luogo di aggregazione per i giovani». Quindi, l’Urban center come quartier generale, concerti per cominciare, poi laboratori artistici, incontri culturali, una collaborazione con Operaestate festival e, nelle ultime sue settimane, le pulizie dei ragazzi di “Ci sto affare fatica” a infittire di iniziative il calendario della via. Il risultato è che da aprile a oggi, tra le 18 e le 24 non ci sono state segnalazioni di episodi di inciviltà. Episodi che hanno subito una riduzione consistente anche nelle fasce orarie successive, come hanno confermato i vertici della polizia locale. Il tutto con un investimento che tra fondazione Cariverona e Comune supera di poco i 60 mila euro.

«Costa meno di un sistema di telecamere e sul piano sociale rende di più – commenta Bertin -. Preciso, però, che non si tratta di un semplice cartellone di spettacoli. L’obiettivo era riportare in vita la via che, in passato, era l’accesso principale alla città e che dopo la seconda guerra mondiale ha subito un processo di abbandono progressivo e in questo senso i concerti sono stati lo strumento più rapido per richiamare persone in zona. In settembre si chiuderà la fase sperimentale ma il processo di riqualificazione deve continuare». Processo che per Bertin dovrà completarsi con la trasformazione dell’area antistante l’Urban center in una piazza a tutti gli effetti. «Negozi, area pedonale, sale studio e un locale pubblico – chiude - e l’abbandono sarà allontanato definitivamente». «Il progetto – commenta l’assessore alle giovani generazioni Mazzocchin – ci insegna ad affrontare il tema della sicurezza con occhio diverso».

Lorenzo Parolin

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