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Ultime parole di Manuel:
«Torno tra dieci minuti»
Poi lo schianto in moto

La scena del terribile incidente l’altra notte in viale Vicenza. CECCONManuel Grosselle con la motocicletta in sella alla quale ha trovato la morte
La scena del terribile incidente l’altra notte in viale Vicenza. CECCONManuel Grosselle con la motocicletta in sella alla quale ha trovato la morte
La scena del terribile incidente l’altra notte in viale Vicenza. CECCONManuel Grosselle con la motocicletta in sella alla quale ha trovato la morte
La scena del terribile incidente l’altra notte in viale Vicenza. CECCONManuel Grosselle con la motocicletta in sella alla quale ha trovato la morte

«Vado via dieci minuti e torno». Sono le ultime parole che Manuel Grosselle, 35 anni, ha detto agli amici. Erano le 22.30 dell’altra sera quando il barista bassanese, gestore dell’Antica ostaria in centro, è partito da piazza Libertà in sella alla sua Harley Davidson. Ha salutato la compagnia riunita al Leon Bar: il locale era pienissimo, come ogni martedì sera. Il plateatico era affollato da almeno 300 ragazzi, e Grosselle li conosceva praticamente tutti.

Una rombata del motore, giusto per ricordare agli amici che bella “musica” faceva la sua moto. Poi, casco allacciato, volto sicuro e tranquillo come sempre, Manuel è partito in direzione Marostica. La strada era libera a quell’ora di notte. È andato tutto bene fino a viale Vicenza. All’altezza dell’incrocio che porta a Marchesane, dove la carreggiata fa una leggera semicurva a destra, è stato il buio. Nessuno potrà dire con esattezza cosa sia successo. Il barista, all’improvviso, ha tirato dritto, ha tagliato la corsia opposta di marcia. Poi l’impatto devastante contro il guardrail, che lo ha disarcionato dalla moto, facendolo schiantare violentemente contro lo spigolo del muro di recinzione di una casa in fase di restauro. È rimbalzato a terra supino. Non c’era più nulla da fare. Accanto a lui il casco, aperto a metà. A qualche metro, in mezzo alla strada, la sua amata Harley col numero 8 inciso sulla carena bianca, distrutta anche lei.

Attorno solo il silenzio. Poco dopo, il primo passante arrivato sulla scena del dramma ha chiamato il 113 e il 118, ma i sanitari dell’ospedale San Bassiano non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Mentre gli agenti della polstrada di Schio, guidati dal sostituto commissario Franco Bertagnoli, eseguivano i rilievi, i colleghi di Bassano hanno raggiunto alcuni famigliari nella casa di via Canova, a Travettore di Rosà, dove il barista viveva, per dare la terribile notizia.

I vigili del fuoco di Bassano hanno illuminato l’area dello schianto per agevolare le verifiche dei poliziotti, mentre gli agenti del commissariato cittadino si sono occupati della viabilità. Sono bastate poche decine di minuti per far sì che la notizia dell’incidente si spargesse. Qualcuno è passato sul luogo dello schianto, ha visto un corpo ricoperto dal telo bianco al bordo della strada, ha riconosciuto la moto di Grosselle. Il tam-tam mediatico ha fatto il resto. Poco dopo la mezzanotte attorno all’area delle indagini c’erano già una cinquantina di amici, il datore di lavoro del barista, che dallo scorso maggio gestiva con successo un’osteria del centro storico.

Il silenzio dei rilievi è stato rotto dai pianti disperati di chi conosceva bene Manuel. A un certo punto è arrivata anche la sorella Tania, e la disperazione da pianto si è trasformata in grida di dolore profondo e acuto. Ieri il pm della procura di Vicenza, Golin, ha aperto un fascicolo sull’incidente. Un atto dovuto, che molto probabilmente verrà chiuso in poche ore, per rilasciare il nullaosta ai funerali, che dovrebbero essere celebrati domani.

Francesca Cavedagna

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