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Ulss 7, rivoluzione Roberti va allo Iov Simoni alla guida

Da sinistra, il dg Giorgio Roberti e il neo-commissario Bortolo Simoni
Da sinistra, il dg Giorgio Roberti e il neo-commissario Bortolo Simoni
Da sinistra, il dg Giorgio Roberti e il neo-commissario Bortolo Simoni
Da sinistra, il dg Giorgio Roberti e il neo-commissario Bortolo Simoni

Rivoluzione all’Ulss 7. Dopo 2 anni e 10 mesi il direttore generale Giorgio Roberti se ne va, e passa a comandare con lo stesso incarico lo Iov oncologico di Padova, un Ircss ad alto livello, il primo e unico del Veneto che svolge ricerca sul cancro ma si occupa anche sul campo di cura dei tumori, e uno degli Istituti più prestigiosi in Italia. Al suo posto, sul gradino più alto della Pedemontana come commissario pro tempore - «per gestire – chiarisce il decreto di nomina - l’azienda nei tempi necessari all’espletamento delle procedure concorsuali volte alla nomina del nuovo dg di Bassano» - sale il suo braccio destro, l’attuale direttore sanitario Bortolo Simoni. Un avvicendamento improvviso e inatteso (anche se in questi mesi “rumors” sulla possibile partenza di Roberti in direzione Padova non era mancato), scattato, in una specie di effetto domino e di valzer a tre, con il contemporaneo incarico affidato dal governatore Zaia a Patrizia Simionato, che da manager numero 1 dello Iov passa alla guida dell’Azienda Zero, vale a dire la centrale amministrativa nata con l’entrata in vigore dell’ultima riforma della sanità veneta. I tre mandati avranno decorrenza dal primo novembre prossimo. La Simionato e Roberti mantengono il contratto che andrà a scadenza il 31 dicembre 2020. E per entrambi, nonché per Simoni, le parole di considerazione di Zaia: «Lavorano da tempo nell’ambito del sistema sanitario regionale e garantiscono esperienza, capacità professionali e conoscenza approfondita del settore». Quasi, dunque, un fulmine a ciel sereno, anche se, come detto, qualche indizio su una precoce uscita di scena di Roberti predestinato a Padova, all’Azienda Zero o allo Iov, c’era stato. Voci che a un certo punto erano scomparse, fino al decreto di ieri che ha colto di sorpresa lo stesso dg. «Francamente non me l’aspettavo, ma sono molto contento - è il primo commento - . Nel nostro contratto di direttori generali c’è una clausola che dice che possiamo essere sempre spostati senza preavviso per cui metaforicamente abbiamo sempre la valigia in mano. Io all’Azienda Zero non avevo fatto domanda per un semplice ragionamento. Il presidente Zaia, mi sono detto, mi ha assegnato alla 7 e cerco di rispettare questa scelta. Ora inizio un’esperienza di tipo diverso che mi proietta in un ambito oncologico all’ennesima potenza. A Treviso mi ero interessato di sperimentazione clinica ma questo è un altro pianeta che vanta ricerca e terapie di altissima qualità». Nativo di Oderzo, 62 anni, residente a Treviso, Roberti, prima di arrivare il 1° gennaio del 2016 a Bassano, ha trascorso tutta la carriera nella sanità. «All’Ulss 7, in una realtà che non conoscevo e con due territori radicamente diversi come Bassano e l’Alto Vicentino, ho vissuto un bel periodo. Ho lavorato per unificare questi due mondi. Un compito arduo. Processi del genere hanno bisogno di molti anni. Chi dopo di me porterà questo fardello non si illuda: una vera fusione non si completa in poco tempo. Non è solo questione di procedure. Bisogna imparare a stare insieme. Diciamo che è iniziato un percorso». •

Franco Pepe

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