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Tutti i segreti del Ponte:
la direttrice “fantasma”
e i subappalti in extremis

Il Ponte degli Alpini: al momento, i lavori sono fermi FOTO GIANCARLO CECCONI primi passi del cantiere nella spiaggetta di via Pusterla
Il Ponte degli Alpini: al momento, i lavori sono fermi FOTO GIANCARLO CECCONI primi passi del cantiere nella spiaggetta di via Pusterla
Il Ponte degli Alpini: al momento, i lavori sono fermi FOTO GIANCARLO CECCONI primi passi del cantiere nella spiaggetta di via Pusterla
Il Ponte degli Alpini: al momento, i lavori sono fermi FOTO GIANCARLO CECCONI primi passi del cantiere nella spiaggetta di via Pusterla

Il Ponte degli Alpini diventa il “Ponte delle spie”. Finisce al centro di un vero e proprio giallo il cantiere più importante della città, con un malloppo di documentazione resa pubblica da una “gola profonda” che cita il sodalizio “Operazione trasparenza”, formato dalle opposizioni. Opposizioni che però si dichiarano estranee alla fuga di notizie. Ma cosa emerge da “Ponteleaks”? Lo scontro totale tra tecnici sul progetto, un direttore tecnico dal Sud Italia che non si presenta alle riunioni e la battaglia tra Comune e Vardanega, che non mollano di un millimetro le reciproche posizioni.

SUBAPPALTI. «Abbiamo tutta l’organizzazione predisposta per entrare in alveo e realizzare le ture. Sollecitiamo pertanto l’emissione di tutte le autorizzazioni richieste». L’ultima nota spedita da Vardanega al Comune è di venerdì pomeriggio. Ieri, però, l’azienda non aveva ancora ottenuto il via libera per riprendere i lavori. Nello specifico, per l’entrata in alveo ha deciso di affidarsi alla Brenta Lavori di Fontaniva, mentre per la trave reticolare alle Officine Bertazzon di Vidor. Vardanega assicura che il contratto per la trave è già stato sottoscritto e che sarà consegnata il 15 luglio. Il titolare delle Officine, Fabrizio Bertazzon, conferma: «Il contratto è già stato formalizzato e stiamo procedendo con la realizzazione delle travi. Siamo esperti in queste lavorazioni e partecipare al restauro del Ponte degli Alpini per noi è un grande privilegio». Il Comune sta ora verificando che tutte le carte siano in regola e che non si tratti di semplici preventivi ma di contratti veri e propri.

LA DIRETTRICE “FANTASMA”. Altro terreno di scontro riguarda la direzione tecnica esterna dei lavori. Come noto, la Vardanega ha stipulato un avvalimento con il Consorzio Al.ma di Aversa (Caserta). Ciò significa che, in caso di necessità, potrà richiederne il supporto. La disponibilità di una direzione tecnica è proprio una delle clausole previste nell’avvalimento. Ad oggi, però, la direttrice tecnica del Consorzio, Raffaella De Carlo, non ha mai partecipato agli incontri con il Comune per valutare la situazione del cantiere, e questo nonostante sia stata «ripetutamente convocata» dalla stazione appaltante, come scrive la direttrice dei lavori dell’area lavori pubblici Viviana Bonato nella lettera con la quale lancia l’ultimatum alla Vardanega. Un ultimatum che prevede che se la ditta non motiverà i suoi ritardi, o se queste motivazioni saranno ritenute insufficienti dalla Comune, sarà disposta «l’immediata risoluzione in danno del contratto, con ogni conseguenza di legge, anche in termini di restituzione dell’anticipazione ricevuta». Vardanega replica di avere una regolare delega a rappresentare la De Carlo a ogni incontro.

TECNICI VS TECNICI. Da una parte il professor Claudio Modena, progettista del restauro, dall’altra l’ingegner Massimo Viviani, consulente della Vardanega ed esperto in materia di ponti. Nel mezzo, un botta e risposta fatto di relazioni e controrelazioni, a partire dalla prima lettera con la quale Viviani ha praticamente demolito il progetto di Modena. Quest’ultimo ha poi risposto definendo senza mezzi termini le osservazioni del team di Vardanega «travisamento della realtà». La controreplica non si è fatta attendere, con Viviani che contesta a Modena dettagli tecnici e pure un’errata sintesi della cronologia dei cedimenti del ponte.

Enrico Saretta

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