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Tutti con “Lillo”contro la Sla

Sandro “Lillo” Battistin, direttore tecnico del Rugby Bassano
Sandro “Lillo” Battistin, direttore tecnico del Rugby Bassano
Sandro “Lillo” Battistin, direttore tecnico del Rugby Bassano
Sandro “Lillo” Battistin, direttore tecnico del Rugby Bassano

Vincenzo Pittureri Sulla carrozzina, Lillo si è fatto montare le ruote da mountain bike perchè non ha smesso un istante di andare in campo a insegnare rugby ai suoi ragazzi, specie ai giovanissimi che non potevano avere un istruttore migliore per spiegargli cosa fosse l'essenza dell'ovale, dove anche la montagna più alta non giustifica mai una resa anticipata. E se il rugby è storicamente volontà gladiatoria, spirito di sacrificio e scuola di vita, Sandro Battistin è il manifesto vivente di questa filosofia applicata allo sport. Molto più di un educatore ideale, un modo di essere, innanzitutto. Scontato e inevitabile che la sua vicenda raccontata ieri su queste pagine, drammaticamente paradossale, suscitasse l'attenzione dell'intera comunità, sbarcando sui social e catturando l'interesse popolare. La tragedia di un uomo, marito e padre non solo colpito da una malattia feroce, aggressiva e rapidamente invalidante come la Sla a 50 anni, ma anche costretto a lottare con le sbarre della burocrazia sanitaria che prima gli ha impedito, dopo averlo ammesso in prima istanza, di accedere a un protocollo di cure sperimentali a base di un farmaco particolarmente costoso (e in Italia introvabile se non nelle farmacie vaticane). Era stato lo stesso Battistin a manifestare timori ai medici circa l’accesso alla cura ma era stato tranquillizzato, salvo poi sentirsi di re che lo stadio in cui si trovava la sua patologia lo escludeva dal protocollo. Poi gli ha negato pure la possibilità di proseguire il precedente trattamento. E Battistin, Lillo per gli amici, assistente capo di Polizia forzatamente in pensione e direttore tecnico del Rugby Bassano, che veniva seguito all'ospedale di Padova, sua città d'origine, ha scelto di rivolgersi altrove. Il mancato accesso al nuovo ciclo terapeutico sul quale Battistin riponeva le sue speranze ha automaticamente sospeso il vecchio piano di cure al quale il direttore tecnico si stava sotoponendo in precedenza. In tanti si stanno mobilitando in suo aiuto per sostenerlo nelle terapie più costose, dal web che si è sensibilizzato in queste ore, sino al Bassano Rugby, la sua società che ha già allestito con successo una raccolta fondi domenica scorsa. «Ci attiveremo con altre iniziative sicuramente - garantisce il presidente giallorosso Antonio Filippucci - magari ripetendo l'evento alla club house di Ca’ Baroncello di 6 giorni fa o studiando qualche altra soluzione. Ma la gente della società e del nostro mondo non smetterà di stare a fianco di Lillo, di sua moglie e sua figlia». Anche nel Padovano, dove Battistin ha militato a lungo da giocatore eppoi da tecnico, si stanno attivando. Lui intanto si procurerà il medicinale necessario (il Radicut, reperibile in Giappone a 400 euro per 10 fiale, a lui ne occorrono 60 per un ciclo di cura, in Vaticano il prezzo è 1.800 euro ogni 10 iniezioni) e sonda per gennaio terapie più avanzate in Austria e Israele. La partita più lunga e difficile della sua carriera è appena cominciata. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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