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Tutta la città commossa
«L’amore di Luca lascia
messaggi di speranza»

La bara di Luca Russo portata a spalla dgli amici entra nella chiesa di San Francesco FOTO CECCON
La bara di Luca Russo portata a spalla dgli amici entra nella chiesa di San Francesco FOTO CECCON
La bara di Luca Russo portata a spalla dgli amici entra nella chiesa di San Francesco FOTO CECCON
La bara di Luca Russo portata a spalla dgli amici entra nella chiesa di San Francesco FOTO CECCON

Un lungo, ultimo saluto a cui hanno partecipato oltre duemila persone. Una città intera che si è fermata in onore di Luca Russo, il giovane ingegnere ucciso nel vile atto terroristico di Barcellona, da ieri diventato il figlio e il fratello di tutti i bassanesi. Il funerale in forma solenne era fissato per le 16, ma piazza Garibaldi e le aree esterne di San Francesco, protette dalle forze dell’ordine, hanno cominciato ad affollarsi già un’ora prima. Volevano essere tutti lì per quando sarebbe arrivato Luca, per accogliere il feretro ricoperto dal tricolore e da un cuscino di rose bianche portato a spalla dai suoi migliori amici. A fare strada c’era la sorella Chiara, in mano un cuore di girasoli, il viso fiero rigato dalle lacrime.

La chiesa era gremita. In prima fila, accanto ai famigliari e a Marta, le più alte cariche di Stato, Governo, Regione, Provincia, delle forze dell’ordine, insieme a tutta l’Amministrazione Poletto e ai sindaci del Bassanese. Quando Luca è arrivato, col sottofondo delle campane a lutto e l’abbraccio musicale dei cori, tutti erano in piedi. Non appena il feretro è stato posato a terra, Chiara Russo si è preoccupata di fare avere al fratello la maglietta personalizzata e il pallone che il Torino, sua squadra del cuore, ha realizzato apposta per lui. Con grazia li ha appoggiati accanto alla bara, come fossero il suo ultimo regalo, quello che il fratello aveva sempre desiderato e che è riuscita a fargli. Ai lati, insieme alle corone della presidenza della Repubblica, Consiglio dei ministri, Camera e Senato, schiere di volontari della Croce verde, associazione di cui faceva parte anche Luca e fa parte Marta Scomazzon, la fidanzata che, pur ferita, ha voluto essere presente alla cerimonia ed era in carrozzella in prima fila.

La toccante omelia del vescovo Beniamino Pizziol è stata introdotta dall’abate Andrea Guglielimi, che ha sottolineato come «le forze della morte che una settimana fa si sono scatenate a Barcellona, a Bassano abbiano avuto risposta con un concentrato di amore, condivisione e calore, tutti generati dal grande esempio che Luca ha saputo lasciarci in eredità». Monsignor Pizziol ha rievocato l’attentato delle Ramblas: «Quando questi fatti capitano lontano dalle nostre case vi partecipiamo in modo indiretto, ma questa volta li abbiamo vissuti sulla nostra carne, sulla nostra vita, sulla nostra storia - ha spiegato - I terroristi compiono questi gesti perversi per seminare paura. Oggi siamo chiamati a vivere la fede dentro le tempeste della vita, attraversando i mari di una violenza assurda e assassina». Ma il messaggio è quello della speranza. «La vita di Luca non termina con la sua morte, noi tutti siamo impegnati a farla continuare nelle nostre famiglie, con tutte le cose più belle che ha testimoniato».

Il vescovo poi si è rivolto a Marta: «Sicuramente potrai sentire la paura di dover ricominciare, ma non sarai mai sola, nel tuo cammino ci sarà sempre l’amore di Luca. Voi siete l’emblema di una generazione di giovani per i quali viaggiare, scoprire culture e modi diversi di vivere è un fattore identitario decisivo», ha detto il presule, concludendo con un appello alla speranza e alla responsabilità che i tragici fatti di Barcellona devono insegnare: «Non dobbiamo smettere di sperare e di costruire un mondo nuovo fondato sulla giustizia e sulla pace, non dobbiamo farci prevalere dalla rabbia e dalla chiusura. E’ la risposta migliore che possiamo dare a quei giovani che si sono macchiati di un crimine tanto terribile, sull’onda di un’ideologia che non può essere compatibile con alcuna religione».

Al termine della messa, tutta accompagnata dai canti dei cori di cui fa parte Marta, la fidanzata e la sorella di Luca si sono avvicinate al feretro, mani nelle mani. Il giovane ingegnere è stato salutato da un lungo applauso, continuato anche in piazza. La salma è stata tumulata provvisoriamente al cimitero Santa Chiara, in attesa che la Procura di Roma conceda il nullaosta per la cremazione. Da oggi chi vorrà potrà andare a fagli visita. La piazza si è svuotata lentamente. Verso le 18 le vie si sono ripopolate dei soliti rumori di un pomeriggio di fine estate. In sottofondo il dolore di una città che forse non sarà mai più la stessa.

Francesca Cavedagna

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