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Bassano

Tricolore da record
Vessillo di S.Marco
gli costa la denuncia

La bandiera di San Marco retta da Pozza in piazza Libertà. FOTO CECCON
La bandiera di San Marco retta da Pozza in piazza Libertà. FOTO CECCON
La bandiera di San Marco retta da Pozza in piazza Libertà. FOTO CECCON
La bandiera di San Marco retta da Pozza in piazza Libertà. FOTO CECCON

Provocazione o manifestazione lecita? Durante la sfilata del tricolore da Guinness, andata in scena domenica nel centro storico di Bassano, sono fioccate denunce che hanno avuto per protagonisti alcuni oppositori della manifestazione, accusati di imbrattamento, vilipendio e manifestazione non autorizzata. Tra di loro il bassanese Luigi Pozza, esponente del movimento indipendentista che ha esposto in piazza Libertà una bandiera della Serenissima di 5 metri per 3, che garriva durante tutta la manifestazione promossa dall’Amministrazione e dal Lions club. Pozza, con la bandiera di San Marco, ha percorso buona parte del tragitto della parata tricolore, da viale delle Fosse, fino alle piazze. Qui si è fermato davanti alla chiesa di San Giovanni, col vessillo marciano in vista, a fianco del drappo tricolore che passava. Sono intervenuti gli agenti del commissariato cittadino, guidati dal dirigente David De Leo, che con le buone, hanno fatto capire a lui e ai sostenitori che quella manifestazione non era autorizzata e che pertanto dovevano desistere anche per non innescare possibili reazioni dei partecipanti all’evento. Ma non c’è stato niente da fare. «Mi sono rifiutato di andare via – commenta Pozza – Non c’è nessuna legge che mi impedisce di stare nella mia terra con la bandiera che la rappresenta. A me non è stata ancora notificata alcuna denuncia, ma ero a titolo personale, non conosco i patrioti che mi hanno sostenuto. Sono stato fermato e seguito dalla Digos per tutto il percorso: mi hanno chiesto i documenti tre volte. Io gli ho dato il passaporto veneto. Sono forme di intimidazione. Ho manifestato per rivendicare la libertà del popolo veneto; la bandiera italiana non lo rappresenta. Siamo diventati il bancomat di tutta la nazione che ci maltratta. Io non ci sto e sono andato a dimostrarlo pacificamente in piazza».

Oltre a Piazza, gli agenti del commissariato hanno individuato altre persone che hanno impresso in città una trentina di timbri rappresentanti il leone di San Marco, imbrattando muri un po’ ovunque. Questi sarebbero responsabili di vilipendio al tricolore avendo imbrattato una bandiera esposta su un cancello di viale Venezia, apponendovi la scritta “Morte”. Il vilipendio del tricolore potrebbe costare ai responsabili fino a due anni di reclusione. Altri due soggetti, inoltre, già identificati, all’alba di domenica hanno imbrattato il centro con biglietti inneggianti alla Repubblica Serenissima. Pure loro sono stati denunciati.

Francesca Cavedagna

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