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Tribunale, la lotta riparte da Asolo

Il pubblico in sala al teatro Duse di Asolo. FOTO PAROLINLuca Zaia ieri ad Asolo
Il pubblico in sala al teatro Duse di Asolo. FOTO PAROLINLuca Zaia ieri ad Asolo
Il pubblico in sala al teatro Duse di Asolo. FOTO PAROLINLuca Zaia ieri ad Asolo
Il pubblico in sala al teatro Duse di Asolo. FOTO PAROLINLuca Zaia ieri ad Asolo

Sul palco del teatro Duse di Asolo va in scena il “divorzio” del fronte pro tribunale dalla politica nazionale. Di fronte a un centinaio di persone, avvocati, amministratori e rappresentanti delle categorie si ricompattano per rilanciare la battaglia. E se per l’ex presidente dell’ordine forense bassanese, Francesco Savio, il convegno asolano è un nuovo punto di partenza, il presidente degli industriali, Diego Caron, è lapidario. «Se la politica avesse letto le cifre del nostro territorio – dice – non saremmo neppure arrivati a questo appuntamento. Eravamo un’eccellenza, siamo il fanalino di coda». Fanalino di coda che vuole ripartire con un circondario di 500 mila abitanti, un Pil di 15 miliardi di euro e 56 Comuni che hanno detto sì al progetto.

«Se guardassimo alla base – commenta il sindaco Riccardo Poletto – il tribunale della Pedemontana sarebbe già realtà da un pezzo. Purtroppo cambiano i governi, non la politica fatta di tagli».

Nel frattempo, il presidente di Apindustria, William Beozzo e quello degli artigiani, Sandro Venzo, guardano oltre i confini regionali. «Abbiamo già invitato i nostri associati – precisano - a inserire nei contratti la clausola di competenza che individua in Trento il foro competente. Non possiamo permettere che lungaggini di anni uccidano i segnali di ripresa che si vedono. E se in futuro il tribunale della Pedemontana rientrerà nel distretto di corte d’appello di Trento, tanto meglio». Sul fronte dei rappresentanti di categoria, Teresa Cadore per la Confcommercio ha evidenziato le relazioni tra stallo della giustizia e dell’economia, mentre il portavoce degli industriali di Cittadella, Luigi Bernardi, ha invitato a fare leva sull’adesione massiccia dei Comuni per fare pressione in ambito nazionale. Sì pieno al progetto anche dalle referenti dell’Inps e dell’Inail, Anna Meneghel e Maria Pia Ganzer, dai portavoce dei notai e dei commercialisti, Sandro Grispigni Manetti e Amedeo Busnardo e, tra gli amministratori, dal presidente dell’Unione montana, Luca Ferazzoli. Pieno appoggio anche dal vicepresidente di Confindustria nazionale, Alberto Baban. «La riorganizzazione della giustizia regionale – dice – è auspicabile, ma deve procedere secondo buon senso, proteggendo le realtà virtuose». Sul fronte della politica nazionale, sì con qualche riserva dalle parlamentari dem Rosanna Filippin e Laura Puppato. “Per migliorare lo stato di salute della giustizia veneta - rilevano - dobbiamo cercare nuovi modelli. Il tribunale della Pedemontana è una possibilità ma non l’unica». Dal senatore 5 Stelle Enrico Cappelletti arriva un affondo ai vertici regionali: «Ha scarsa memoria chi oggi si batte da Venezia sotto la Lega per l’istituzione del tribunale della Pedemontana, visto che nel 2011, i leghisti votarono in Parlamento per cancellare Bassano».

Lorenzo Parolin

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