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Tragedia al Giro
Un fan precipita
nel dirupo e muore

L’intervento dei vigili del fuoco e del soccorso alpino di Asiago a Stoner di Enego FOTOSERVIZIO GERARDO RIGONI Loris Squarcina
L’intervento dei vigili del fuoco e del soccorso alpino di Asiago a Stoner di Enego FOTOSERVIZIO GERARDO RIGONI Loris Squarcina
L’intervento dei vigili del fuoco e del soccorso alpino di Asiago a Stoner di Enego FOTOSERVIZIO GERARDO RIGONI Loris Squarcina
L’intervento dei vigili del fuoco e del soccorso alpino di Asiago a Stoner di Enego FOTOSERVIZIO GERARDO RIGONI Loris Squarcina

Il passaggio del centesimo Giro d’Italia sull’Altopiano si tinge di nero.

Un uomo è precipitato nella Valgadena, sotto gli occhi del fratello, mentre stava percorrendo un sentiero per raggiungere Foza e riuscire a veder sfrecciare i corridori della ventesima tappa della corsa rosa da un punto panoramico. La vittima è Loris Squarcina, 59 anni, ragioniere di Selvazzano Dentro (Padova). Prima è ruzzolato per 20 metri in un ghiaione e poi è caduto per altri 60 metri, finendo a fondovalle. Il fratello, disperato, non ha potuto fare altro che dare l’allarme e aspettare sul posto l’arrivo dei soccorritori.

Una giornata che doveva trascorrere in allegria, all’insegna della natura e dello sport, si è dunque conclusa nel peggiore dei modi.

La tragedia è avvenuta in località Stoner, non distante dal famigerato ponte che collega i comuni di Enego e Foza. Un luogo impervio e piuttosto pericoloso.

Erano passate da poco le 14 quando Squarcina, assieme al fratello Davide, 56 anni, entrambi abitano con l’anziana madre, hanno parcheggiato la loro auto a Stoner e si sono incamminati. I due volevano raggiungere contrada Gavelle a Foza, una zona particolarmente suggestiva dalla quale osservare il passaggio della penultima tappa del Giro d’Italia, e hanno scelto un sentiero per arrivare prima rispetto alla strada asfaltata. Nonostante fossero escursionisti esperti, però, qualcosa è andato storto.

Percorrendo una canaletta impervia e insidiosa, i due non sono più riusciti a proseguire e hanno deciso di tornare indietro perchè poco sicura. Davide ha rifatto esattamente la stessa strada a ritroso, Loris invece gli ha detto di essere a disagio proprio in quel punto e di voler scendere di qualche metro. Qui però ha perso l’equilibrio ed è scivolato, ruzzolando nella ghiaia per circa 20 metri e poi cadendo in un dirupo all’inizio della Valgadena. Un volo di altri 60 metri che non gli ha lasciato scampo.

Quando Davide Squarcina ha allertato il 118 con il telefonino, sono stati immediatamente mobilitati il soccorso alpino di Asiago, i vigili del fuoco e l'elicottero di Treviso emergenza. L'eliambulanza ha effettuato una prima ricognizione per prendere visione dei cavi ed è poi scesa più in basso non scorgendo altri ostacoli, salvo poi scoprire di essere passata sotto una teleferica senza segnali. Poiché la zona era a rischio, data anche la presenza di cavi della media tensione non evidenziati, l'eliambulanza si è allontanata. Le squadre di soccorritori sono quindi scese a piedi e hanno purtroppo rinvenuto il corpo senza vita dell’uomo alla base della scarpata. Erano circa le 16.30.

Una volta ricomposta, la salma è stata imbarellata e spostata di un centinaio di metri, in un punto dove l'elicottero dei vigili del fuoco, che si trovava sui cieli dell’Altopiano per sorvegliare il Giro d’Italia, l'ha poi recuperata senza correre pericoli per trasportarla fino al ponte della Valgadena, dove è stata affidata all'ambulanza. La salma è stata quindi ricomposta nell’obitorio, dove è avvenuta anche la constatazione del decesso da parte del medico.

Sul posto è intervenuta una pattuglia dei carabinieri della stazione di Enego, guidata dal maresciallo Maurizio Dolzan, e in seguito anche una pattuglia dei carabinieri di Asiago. I militari hanno già raccolto la testimonianza del fratello della vittima, visibilmente sotto choc, e stanno ricostruendo l’accaduto. ha collaborato Francesca Cavedagna

Davide Moro Gerardo Rigoni

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