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Targhe e memorie
La Liberazione
omaggia le donne

L’orazione civile del professor Maurizio Dal LagoL’intitolazione del percorso ciclabile in Centro studi alle Staffette partigiane 1943-45 FOTO GIANCARLO CECCON
L’orazione civile del professor Maurizio Dal LagoL’intitolazione del percorso ciclabile in Centro studi alle Staffette partigiane 1943-45 FOTO GIANCARLO CECCON
L’orazione civile del professor Maurizio Dal LagoL’intitolazione del percorso ciclabile in Centro studi alle Staffette partigiane 1943-45 FOTO GIANCARLO CECCON
L’orazione civile del professor Maurizio Dal LagoL’intitolazione del percorso ciclabile in Centro studi alle Staffette partigiane 1943-45 FOTO GIANCARLO CECCON

La festa della Liberazione quest’anno mette al centro le donne e l’attualità e più che in passato, consegna il testimone ai giovani. In una commemorazione avvenuta in due tempi, in sala Consiliare per l’orazione civile e al Centro studi per una dedica speciale, sono finiti sotto i riflettori la vicenda di Tina Anselmi, staffetta e primo ministro donna della Repubblica, e le Resistenze alle quali i cittadini sono chiamati in questo scorcio di XXI secolo.

“Non è vero che la Resistenza fu opera di pochi. Sono stati in molti a riscattare la nostra patria dall’umiliazione fascista – ha detto lo studioso Maurizio Dal Lago nell’orazione -. Dagli alpini ai partigiani, ai cittadini che li proteggevano, fu un fenomeno di popolo. Oggi, “essere Resistenza” significa fare scudo contro la corruzione e contro la banalità spacciata per nuova politica”.

Da qui il passaggio sulla cronaca. “Ancora, - ha aggiunto – “Resistere” significa opporsi al terrorismo di matrice fondamentalista che odia e uccide chi ha opinioni e fedi diverse. Non dobbiamo dimenticare che la Costituzione è nata dalla Resistenza, perché il terrorismo fondamentalista che uccide innocenti e insanguina tante città europee è solo una maschera sotto la quale si cela sempre lo stesso volto della dittatura. La dobbiamo combattere, questa nuova dittatura omicida, con la forza legittima della democrazia e lo dobbiamo fare con la stessa determinazione che caratterizzò la Resistenza italiana e quella europea. Nonostante errori, rigidità e incertezze, un’Europa libera, pacifica e democratica è il nostro destino”.

Parole in linea con il saluto del sindaco Riccardo Poletto, concentrato sui diritti al femminile. “In questo 25 aprile, - ha detto - vogliamo richiamare alla memoria l’impegno troppe volte taciuto e troppo spesso non abbastanza sottolineato di tantissime donne che, al pari degli uomini, hanno tenacemente combattuto contro la violenza, il razzismo e la barbarie, in molti ruoli diversi”.

E nel secondo atto della commemorazione, la memoria si è resa concreta nell’intitolazione del percorso ciclabile del Centro studi alle Staffette partigiane 1943-1945. A scoprire la targa davanti al liceo Da Ponte, un gruppo di “ragazzi del ‘99” del XXI secolo. Neodiciottenni, allievi del liceo classico che hanno appena completato una ricerca su Tina Anselmi e la Resistenza. A guidarli, l’insegnante di lettere, Antonella Carullo.

“Marco, Tommaso, Anna, Chiara, Beatrice e Giacomo – si sono presentati -. Quanti adolescenti, con i nostri nomi, settant’anni fa hanno fatto una scelta adulta, scendendo in campo contro l’occupazione nazista? Seguire le vicende di Tina Anselmi, e sapere che occupava all’allora istituto magistrale le stesse aule in cui oggi studiamo noi, ci ha messi di fronte a una serie di interrogativi. In particolare ci siamo chiesti quanto la nostra libertà e i nostri diritti debbano essere dati per scontati. La risposta è che non c’è nulla di gratuito: le conquiste di chi ci ha preceduto vanno consolidate e difese tutti i giorni”.

Lorenzo Parolin

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