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Studenti con la ramazza
Professionali e tecnici
presenti sotto l’Albero

Si fa pulizia lungo via Pusterla, sulle sponde del Brenta Un gruppo di ragazzi al lavoro durante le Feste nell’ambito di “Ci sto... affare fatica”. FOTO CECCON
Si fa pulizia lungo via Pusterla, sulle sponde del Brenta Un gruppo di ragazzi al lavoro durante le Feste nell’ambito di “Ci sto... affare fatica”. FOTO CECCON
Si fa pulizia lungo via Pusterla, sulle sponde del Brenta Un gruppo di ragazzi al lavoro durante le Feste nell’ambito di “Ci sto... affare fatica”. FOTO CECCON
Si fa pulizia lungo via Pusterla, sulle sponde del Brenta Un gruppo di ragazzi al lavoro durante le Feste nell’ambito di “Ci sto... affare fatica”. FOTO CECCON

«Avevamo appena pulito la scalinata Gerhard Ott che sale in viale dei Martiri. È passata una persona con un mozzicone di sigaretta. Ha atteso di arrivare al cestino per gettarlo. È partito l'applauso». Eccolo il senso di “Ci sto...affare fatica”, l'iniziativa di promozione sociale che ha coinvolto nelle due settimane natalizie quaranta adolescenti. I ragazzi, armati di scope, bidoni, sacchi della spazzatura e pettorine gialle, sono stati chiamati a tirare a lucido il centro storico in cambio di un buono-fatica settimanale da 50 euro. Accompagnati da un responsabile del comitato di quartiere hanno battuto palmo a palmo varie zone del centro, dalla stazione al viale Delle Fosse sino al Brenta. Più che nelle 800 ore di lavoro e nei sei chilometri quadri di superficie pulita, il valore del progetto, per l'Amministrazione, sta nel coinvolgimento.

«Da proposte “per” i giovani a iniziative di comunità – commenta l'assessore alle politiche giovanili, Oscar Mazzocchin – nelle quali far entrare, accanto ai ragazzi, il quartiere e le realtà adulte che desiderano partecipare attivamente alla vita cittadina».

Da qui, dopo un primo tempo di Ci sto...affare fatica, che in estate si è chiuso con numeri positivi, l’idea di riprovarci nel periodo natalizio. Il tutto con l’obiettivo di far cambiare passo anche agli adulti attraverso una serie di microazioni di cittadinanza diffusa, contando sul sostegno di due realtà come la Farmacasa e la Costenaro assicurazioni. Ma un dato balza all’occhio. Se in estate i ragazzi coinvolti provenivano per il 60 per cento dagli istituti professionali Remondini, Parolini e Scotton e dai tecnici Fermi ed Einaudi, mentre il restante 40 per cento erano dei licei Brocchi,Da Ponte e De Fabris, questa volta le percentuali erano nettamente a favore dei primi: 80% contro il 10 dei licei. La restante quota era costituita da ragazzi “reclutati” dall’abbandono scolastico.

La loro presenza, durante le festività è stata notata e apprezzata dalla cittadinanza. Più di qualcuno ha voluto complimentarsi con loro per il lavoro che svolgevano.

«Il progetto - prosegue Mazzocchin - ha funzionato perché tutti hanno svolto la loro parte, non solo i giovani». Giovani tra i quali rivestono un ruolo rilevante le seconde generazioni. Ragazzi dall'accento veneto, le cui origini familiari rimandano al Nordafrica o all'Europa dell'est. «Anche questo è un dato molto positivo – riprende l'assessore - Il fatto che le seconde generazioni siano presenti significa che abbiamo saputo intercettare un’esigenza e agganciare nuove comunità. Soprattutto, ci dice che i ragazzi si sentono parte della città e chiedono di essere riconosciuti in quanto cittadini attivi». Per questo, “Ci sto”, con la prossima estate, punta a diventare un luogo di formazione. «Stiamo progettando un secondo “Ci sto” estivo nel quale saranno presenti anche maestranze adulte capaci di convertire l’impegno dei volontari in acquisizione di competenze tecniche.

Lorenzo Parolin

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