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Spariti i profughi L’ira della Lega: «Sono fuorilegge»

Profughi afghani in una foto di repertorio
Profughi afghani in una foto di repertorio
Profughi afghani in una foto di repertorio
Profughi afghani in una foto di repertorio

Spariti i profughi minorenni sbarcati da un camion a Cartigliano. La Lega va su tutte le furie: «Atto gravissimo». A far perdere le proprie tracce, ormai da una decina di giorni, sono stati i sei afghani entrati clandestinamente in Italia, per la cui regolarizzazione si era mosso in prima persona anche il sindaco di Cartigliano, Guido Grego. Poco meno di due settimane fa, dopo averli raccolti in paese da un camion di legname, li aveva affidati per la prima accoglienza all’associazione “Casa a Colori”. Il giorno successivo aveva provveduto a trasportarli a una struttura di accoglienza ad Arcugnano. Struttura chiusa dopo il 31 gennaio, ma ancora funzionante quando i giovani erano stati trasferiti. Per l’occasione il primo cittadino si era improvvisato autista, guidando il pullmino del Comune con il quale li aveva portati a destinazione. Tempo di ringraziare e rifocillarsi e i minori hanno fatto perdere le tracce, dirigendosi molto probabilmente verso la Germania dove dicevano di essere attesi da dei familiari. «Bella gratitudine – tuona il parlamentare del Carroccio, ed ex sindaco di Cartigliano, Germano Racchella -. Clandestini, salvati, e di nuovo clandestini. Si vede che da loro funziona così, però qui siamo in Italia, e la legge, da noi, ha un valore». Per questo, alla luce delle polemiche successive al gesto di Grego, Racchella non ci sta a passare da “cattivo”. «Un conto è la buona volontà di chi si spende per aiutare – rilancia l’onorevole -, un conto la realtà. E la realtà dice che questi individui sono al di fuori della legge». Racchella ribadisce che non li avrebbe accompagnati di persona. «Li avrei consegnati alle forze dell’ordine – chiude -. Sono ragazzi e capisco che a qualcuno possano anche fare pena, ma fuggendo dopo che era stata tesa loro una mano si sono rivelati per quello che sono». Immediata la replica di Grego, che si dice «pronto a fare nuovamente ciò che ho fatto». «Come sindaco ho precise responsabilità nei confronti dei minori – evidenzia -. Di conseguenza abbiamo raccolto questi ragazzi. Erano in condizioni disperate, li abbiamo affidati a una realtà in grado di prendersi cura di loro e, contemporaneamente, abbiamo allertato la Prefettura». Prefettura che ha indicato nel centro di accoglienza di Arcugnano la struttura deputata ad accogliere i giovanissimi. «Li abbiamo accompagnati dove ci è stato detto – chiude Grego -, e affidati alle persone che ci sono state indicate. Poi abbiamo augurato loro buona fortuna e ci siamo stretti la mano. Sono certo che si tratti di bravi ragazzi e, ripeto, sono pronto a rifare ciò che ho fatto». Ma in meno di due giorni, i profughi erano di nuovo in viaggio. «Si chiama “allontanamento volontario” – spiega Silvio Bazzara, vicepresidente della cooperativa “Con Te” che gestiva il centro – e non possiamo farci nulla. Non siamo una caserma, men che meno una prigione. Per legge offriamo accoglienza e supporto, ma se i destinatari non sono interessati non li possiamo trattenere. Dobbiamo solo avvertire la Prefettura e questo abbiamo fatto. Ora ogni decisione spetta agli uffici del Governo». •

Lorenzo Parolin

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