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Spari rumorosi:
il Comune multa,
il poligono insorge

La sede del Tiro a Segno bassanese in viale Asiago: quasi 110  i sociAllenamento di tiro nel poligono: è guerra con un residente dei dintorni e con il Comune per  il presunto sforamento dei limiti di rumorosità
La sede del Tiro a Segno bassanese in viale Asiago: quasi 110 i sociAllenamento di tiro nel poligono: è guerra con un residente dei dintorni e con il Comune per il presunto sforamento dei limiti di rumorosità
La sede del Tiro a Segno bassanese in viale Asiago: quasi 110  i sociAllenamento di tiro nel poligono: è guerra con un residente dei dintorni e con il Comune per  il presunto sforamento dei limiti di rumorosità
La sede del Tiro a Segno bassanese in viale Asiago: quasi 110 i sociAllenamento di tiro nel poligono: è guerra con un residente dei dintorni e con il Comune per il presunto sforamento dei limiti di rumorosità

È guerra tra il Comune e il Tiro a Segno di Bassano. Per due volte negli ultimi cinque anni l’Amministrazione, prima con l’ex sindaco Stefano Cimatti e ora con Riccardo Poletto, ha multato la sezione per un presunto sforamento dei decibel durante le sue attività al poligono di tiro. Entrambe le sanzioni sono arrivate a seguito di segnalazioni all’Arpav di un privato che abita vicino alla sede, in viale Asiago. Innegabile la sorpresa per i vertici della società, presente da quasi un secolo e mezzo a Bassano e attiva anche nell’addestramento degli agenti della polizia locale.

Il Tiro a Segno, che conta quasi 1100 soci, è nella sua sede attuale dal lontano 1903. Ancora più antica è però la sua fondazione, che risale addirittura al 1884. Il direttivo, presieduto da Giampietro Ganassin, ha deciso di opporsi a entrambe le ingiunzioni di pagamento.

«Riteniamo che il trattamento a cui siamo sottoposti sia assolutamente ingiustificato - attacca Ganassin - In ben più di un secolo non abbiamo mai dato fastidio a nessuno. Adesso un privato vuole farci la guerra perché a suo parere facciamo troppo rumore e il Comune gli dà pure ragione. Non possiamo accettarlo: abbiamo presentato ricorso».

Il procedimento che ha portato alle sanzioni è stato lo stesso in entrambi i casi. Il privato ha chiesto l’intervento dell’Arpav, che ha eseguito le misurazioni relative all’inquinamento acustico della struttura, nella quale, ovviamente, si spara. «Hanno misurato 69 decibel, a fronte di un limite di 65 - continua Ganassin -. Non hanno minimamente considerato che il nostro ente è riconosciuto come specialità olimpica, per cui non siamo oggetti a massimale per quanto riguarda l’impatto acustico. Praticamente, possiamo essere equiparati agli autodromi. Inoltre, siamo un ente pubblico, sotto la sorveglianza del ministero della Difesa».

Eseguita la misurazione, l’Arpav ha spedito i risultati al Comune. «Prima l’Amministrazione Cimatti e ora quella Poletto hanno deciso di multarci - prosegue il presidente - Ciascuna sanzione si aggira sui 1500 euro. Il bello è che il Comune non ha nemmeno considerato che il nostro ente si occupa persino della formazione dei suoi vigili, ai quali rilasciamo le certificazioni per l’uso delle armi da fuoco. Un paradosso totale, che dimostra quanto l’Amministrazione abbia a cuore soltanto fare cassa».

Se il primo ricorso è ancora pendente in tribunale a Vicenza, per il secondo l’udienza è stata fissata al 24 marzo. L’Amministrazione si è costituita in giudizio e ha affidato il patrocinio legale all’avvocato Denis Marsan di Tezze, che otterrà un compenso di circa mille euro. Marsan difende il Comune anche nell’altro contenzioso, senza ulteriori compensi. «Nel primo caso abbiamo pagato comunque la multa, perché l’ordinanza del giudice ce l’ha imposto - chiude Ganassin - Stavolta daremo battaglia, perché siamo convinti delle nostre ragioni».

Enrico Saretta

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