<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Bassano

Sono tornati in libertà
i dodici militari Usa
arrestati durante la rissa

Alcuni dei militari statunitensi coinvolti nella rissa scortati ieri mattina in tribunale. COLORFOTO
Alcuni dei militari statunitensi coinvolti nella rissa scortati ieri mattina in tribunale. COLORFOTO
Alcuni dei militari statunitensi coinvolti nella rissa scortati ieri mattina in tribunale. COLORFOTO
Alcuni dei militari statunitensi coinvolti nella rissa scortati ieri mattina in tribunale. COLORFOTO

 

Nemmeno la notte trascorsa ai domiciliari nei loro alloggi alla “Ederle” ha portato consiglio. I dodici soldati arrestati sabato notte (uno non era presente in aula perché ancora ricoverato in ospedale dopo aver ricevuto una coltellata alla schiena) si sono infatti presentati davanti al giudice Amedoro, per sostenere il processo per direttissima, ancora piuttosto nervosi. Tanto che alla fine il dibattimento è stato rinviato a giovedì. I militari, assistiti dall’avvocato Alberto Negri, sono accusati di rissa aggravata per il Far West scatenatosi nella notte tra sabato e domenica alla discoteca Liv. Ieri, al termine dell’udienza, sono tornati in libertà dopo che il giudice ha convalidato l’arresto.

I DODICI IN MANETTE. A finire ai domiciliari dopo l’arresto avvenuto da parte dei carabinieri sono stati Gary jr Holloway, 24 anni, della Georgia; Tyler Long, 24, californiano; Jose Vazquez, 20, del Connecticut; Ray Charles jr., 27, di New York; Eric Ostgren, 24, del Kansas; Kenneth Lowery jr., 23, del Kentucky; Demetrius Trapps, 27, dell’Ohio; Elijah Jackson, 22, del Massachusetts; Jaelon Dorsey, 21, della Louisiana; Justin Andrews, 21, californiano; Kevoy Wilson, 23, del Massachussets; e infine Courtney Mitchell, 20, della Virginia.

«CI HANNO AGGREDITO». Secondo quanto ricostruito in fase di indagini dai militari dell’Arma intervenuti alla discoteca Liv, ex Decò, la maxi rissa si sarebbe scatenata intorno alle 4. Dall’interno del locale, quella che in pochi minuti si è trasformata in una gigantesca caccia all’uomo, è quindi proseguita all’esterno. Dov’è continuato il corpo a corpo tra i soldati americani e un nutrito numero di giovani africani. «Siamo stati aggrediti e abbiamo quindi risposto. Lo abbiamo fatto quando uno di noi è stato accoltellato», hanno spiegato gli arrestati in aula. Che non si capacitano di essere finiti solo loro sul banco degli imputati. Al termine della scazzottata di massa, a riportare le ferite più gravi è stato un militare Usa.

IN OSPEDALE. Uno dei soldati è ancora ricoverato in gravi condizioni per il fendente che ha ricevuto alla schiena. Non è in pericolo di vita, ma i medici avrebbero stabilito una prognosi di almeno una trentina di giorni. La coltellata inferta al militare Usa potrebbe essere stata alla base della maxi scazzottata con annessa caccia all’uomo che ha portato al ferimento, in maniera piuttosto seria, anche di un paio di giovani africani. Entrambi trasportati al San Bortolo, ne avranno per una quindicina di giorni. Intanto, ieri mattina in aula, era presente anche il legale che rappresenta i titolari del Liv, Alessandro Pegoraro e Samuele Bucciol. I due hanno infatti deciso di costituirsi parte civile.

Matteo Bernardini

Suggerimenti