Della vendita dell’ex ufficio postale di via Verci si può parlare, specie se la contropartita è il recupero di un teatro comunale. Lo dichiara il sindaco Riccardo Poletto, rispondendo alla proposta lanciata nei giorni scorsi dal capogruppo di “Impegno per Bassano”, Roberto Marin.
A fronte della necessità per il Comune di fare cassa, il consigliere di centrodestra ha invitato a non alienare i palazzi storici, concentrandosi sugli immobili non vincolati. In ogni caso, per Marin, la vendita di beni che fanno parte del patrimonio comunale deve essere l’eccezione e va giustificata con interventi straordinari destinati a durare.
«La proposta del centrodestra – rileva il primo cittadino – non è campata in aria. Si può ragionare e valutare insieme la possibilità di mettere sul mercato lo stabile di via Verci che ha ospitato le poste e ospita ora i servizi demografici. Prima di procedere, però, bisognerebbe anche aprire delle linee di finanziamento per Palazzo Pretorio».
Questo, secondo il sindaco, almeno per due ordini di motivi: innanzitutto le somme ricavabili dalla vendita dell’ex ufficio postale non basterebbero per comprare e ristrutturare l’Astra o la sala Da Ponte, i cui progetti di recupero, tra acquisto degli stabili e lavori successivi supererebbero i dieci milioni di euro; in seconda battuta, perché gli uffici “sfrattati” da via Verci dovrebbero comunque trovare una destinazione.
«L’idea di realizzare – continua Poletto – una cittadella dei servizi in via Matteotti non è male. Il municipio continuerebbe a ospitare gli attuali uffici, a Palazzo Pretorio troverebbero posto la polizia locale, il commercio e gli uffici demografici. Lo stabile, però, è stato ristrutturato solo sul lato di via Vittorelli e per la parte che guarda su piazzetta Guadagnin una semplice pulizia non basta».
In sostanza, non sarebbe sufficiente rinfrescare gli interni e cambiare qualche infisso. Gli interventi, a partire dagli impianti, devono essere molto più profondi.
«È anche vero – ammette Poletto – che così com’è e con i vincoli cui è sottoposto, difficilmente Palazzo Pretorio potrebbe trovare dei compratori. Se riuscissimo a trovare dei finanziamenti, potremmo conservarne la destinazione pubblica, liberare l’ex ufficio postale e destinare il ricavato della vendita di quest’ultimo all’acquisto di un teatro».
Concorde l’assessore al patrimonio, Angelo Vernillo.
«Abbiamo rimesso al centro del dibattito – commenta - la questione del teatro e dell’utilizzo del patrimonio immobiliare. Abbiamo ereditato situazioni non semplici e le stiamo affrontando nell’interesse della città. Quanto alla proposta di Marin, credo che qualsiasi confronto sia importante, ma che sia nostro dovere col principio di responsabilità».