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Sanità da guarire su attese e trasporti

Il pronto soccorso del San Bassiano
Il pronto soccorso del San Bassiano
Il pronto soccorso del San Bassiano
Il pronto soccorso del San Bassiano

I tempi di attesa sono troppo lunghi, la sicurezza sanitaria necessita di miglioramenti, manca una rete di trasporto efficiente che colleghi i vari centri sanitari, serve un centro per trattamento fisioterapico per le pazienti che hanno subito una mastectomia.

Sono i punti in cima alla lista delle doglianze che Lorenzo Signori, referente provinciale del Tribunale del Malato - Cittadinanza Attiva, e presidente dell’Associazione Ca.Sa, che coordina tutti i gruppi di volontari attivi nell’ambito della salute, domani proporrà ai vertici dell’azienda sanitaria 7 e alla Regione nell’incontro in programma alle 18 nell’ospedale cittadino.

Se al San Bassiano sono pronti a partire molti progetti che porteranno a un effettivo miglioramento dei servizi, come l’ampliamento del pronto soccorso, e il potenziamento di alcuni reparti cruciali, in tema di servizi al paziente, se si vuole parlare di una sanità davvero d’eccellenza c’è ancora tanto lavoro da fare. Si parte dai tempi di attesa per una visita specialistica che in alcuni casi superano l’anno. “E’ troppo - spiega Signori -, per parlare di buon servizio si dovrebbe arrivare ai 30 giorni, non di più. Le lamentele che riceviamo sono molte, ma crediamo che ci siano delle soluzioni”. Tra queste, l’attivazione delle cartella clinica informatizzata e il metodo della “presa in carico” dei pazienti da parte degli specialisti. “Con la cartella clinica informatizzata si snellirebbero di molto i tempi burocratici - commenta Signori -, mentre crediamo che il paziente debba essere seguito in tutto il suo percorso clinica sempre dallo stesso medico, che programmando visite, esami, controlli e terapie anche su ampie scale di tempo, snellirebbe notevolmente i tempi di attesa, alleggerirebbe il carico di lavoro di Cup e medici condotti, ma soprattutto potrebbe dare un servizio più mirato e sensibile”.

Poi c’è il tema della sicurezza sanitaria, visto l’aumento di pazienti che si sono rivolti al tribunale del malato per aver contratto infezioni all’interno dell’azienda sanitaria. “I casi che abbiamo trattato negli ultimi due anni sono una trentina - spiega Signori - Molto spesso si tratta di infezioni non gravi, ma ce ne sono anche di media entità. Si deve lavorare per ridurle a zero”. Infine c’è la spinosa questione di alcuni reparti, l’oncologia e la psichiatria. “Qui sono presenti problemi distinti - conclude Signori - In psichiatria capita che i minori vengano ricoverati insieme agli adulti, crediamo sia altamente sconsigliabile per il recupero dei giovani pazienti e vorremmo che le fasce di età venissero separate. Serve un servizio di fisioterapia per le donne che hanno subito interventi di mastectomia, molte si lamentano del fatto che devono andare ad Asiago, noi crediamo che questo servizio vada attivato anche a Bassano”.

Francesca Cavedagna

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