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«S. Chiara, denaro buttato»

Il cantiere del polo museale Santa Chiara
Il cantiere del polo museale Santa Chiara
Il cantiere del polo museale Santa Chiara
Il cantiere del polo museale Santa Chiara

Enrico Saretta Esplode la polemica in consiglio comunale sul Polo museale Santa Chiara. Le minoranze hanno scatenato un attacco per la transazione da 850 mila euro che l’Amministrazione ha deciso di firmare per il fallimento della ditta Adico, prima aggiudicataria dei lavori per il nuovo museo. La miccia si è accesa quando il presidente del consiglio comunale, Carlo Ferraro, ha proposto l’approvazione dei primi due punti all’ordine del giorno, quelli che prevedevano delle variazioni d’urgenza al bilancio. Dai banchi della maggioranza non si è levata voce per spiegare in cosa consistevano le variazioni e la cosa ha mandato su tutte le furie il capogruppo di Impegno per Bassano, Roberto Marin. Fallito il tentativo di far passare in sordina le modifiche, l’assessore al bilancio Angelo Vernillo si è trovato costretto ad ammettere che servono per la transazione con la Adico e con il rientro di 65 mila euro dall’assicurazione. Roberto Marin ha quindi attaccato l’Amministrazione per l’inerzia che a suo dire avrebbe avuto nell’affrontare l’intera, spinosa questione. «In tutta questa vicenda, ci sono delle precise responsabilità da parte dell’esecutivo - ha tuonato Marin -. In particolare, non è stato fatto nulla per vantare i diritti che il Comune aveva nei confronti dell’azienda. Non è stata fatta alcuna azione preventiva, tanto che poi si è arrivati all’ingiunzione di pagamento da parte del curatore. Potevamo fare un’insinuazione al passivo, considerato il modo in cui Adico aveva svolto i lavori». Marin si riferiva ovviamente alla variante che la direzione lavori (esterna al Comune) ha dovuto predisporre per far fronte alle riserve che la ditta subentrata nelle operazioni, la Vardanega, ha avanzato sul cantiere. Circostanza che costerà alle casse comunali altri 500 mila euro, che si sommeranno quindi a quelli per la transazione. «Una transazione che adesso dobbiamo finanziare con i soldi dell’avanzo di Amministrazione - ha attaccato - ottenuti tassando i cittadini. E non dimentichiamo che l’opera è finanziata dalla Fondazione Cariverona. Siamo entrati in un meccanismo perverso». La difesa dell’Amministrazione, sostenuta dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo, si è basata sul fatto che la transazione, per la piega che avevano preso gli eventi, era l’unica strada. «I margini di manovra non erano molti - ha chiuso Campagnolo - anche perché, se non prendevamo in considerazione la transazione, il pericolo era di esporre molto di più l’ente comunale, con il rischio di un nuovo blocco del cantiere. Inoltre, il finanziamento da parte di Cariverona resta in piedi. Adesso chiudiamo qui questa partita, sapendo che l’ente si carica di un onere aggiuntivo per la perizia di variante». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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