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Rifiuti, al via la rivoluzione
Ma i 5 Stelle non ci stanno
«Incentivi a chi ricicla»

Raccolta differenziata porta a porta nel territorio
Raccolta differenziata porta a porta nel territorio
Raccolta differenziata porta a porta nel territorio
Raccolta differenziata porta a porta nel territorio

Conto alla rovescia per la nuova raccolta differenziata. Il 1 febbraio prenderà il via il nuovo sistema che prevede bidoni con microchip per il conferimento del rifiuto secco e le ecotessere per accedere ai servizi dell’Etra. Sulla novità, scoppia la polemica, con il Movimento 5 Stelle di Bassano che nell’ultimo consiglio comunale ha votato contro la nuova modalità, che per le 21 mila utenze bassanesi prevede pure il passaggio da tassa a tariffa. In particolare, il Movimento, attraverso la sua portavoce in Consiglio Anna Maria Conte, denuncia la mancanza di incentivi a favore di chi saprà riciclare. È questa, del resto, una delle principali accuse da sempre rivolte alla nuova raccolta, già in vigore in diversi Comuni del comprensorio: una modalità che, attraverso l’utilizzo di bidoni con microchip, prevede a parità di tariffa un numero massimo di svuotamenti del rifiuto secco. In caso di surplus, i cittadini devono pagare di più, mentre non sono ancora state previste riduzioni tariffarie per chi utilizza meno svuotamenti. Ecco quindi l’attacco pentastellato.

«Il sistema non prevede una misurazione puntuale, come richiede la normativa europea, ma una “presunzione” volumetrica - afferma Conte -. Non si paga in relazione al quantitativo di secco prodotto, ma al volume presunto di secco, determinato dal numero di volte in cui si espone il bidone, che potrebbe anche contenere un solo sacchettino. Non è una misurazione puntuale, perché i mezzi dell’Etra non sono attrezzati in tal senso».

Altra questione, le modalità di smaltimento del rifiuto secco: per i pentastellati è assolutamente inconcepibile doversi affidare agli inceneritori, un sistema oltremodo datato e inquinante.

«Si è tanto parlato di un accordo con Ava per bruciare il secco - prosegue Conte -. È paradossale una scelta simile da parte di un’Amministrazione che si è voluta caratterizzare come attenta alla sostenibilità e che ha messo tra le sue linee guida l’attenzione all’ambiente, la smart city e la mobilità alternativa».

Per i grillini, l’Amministrazione avrebbe fatto bene a guardarsi intorno prima di affidarsi agli inceneritori.

«In Veneto, oltre 100 aziende riciclano il secco, utilizzando anche processi innovativi - spiega -. Oltre l’85% del secco che può essere riciclato con sistemi di trattamento meccanico a freddo, eppure il modello proposto dall’Amministrazione di Bassano è incenerire».

Altra partita riguarda l’informazione.

«Si parla di implementare la differenziata, passando dall’attuale 73,9% all’80% - ricorda Conte -. Un passaggio che richiede una costante azione informativa. Se i cittadini commettono degli errori durante il riciclaggio, diminuisce la percentuale di riciclo e aumenta la percentuale di quello che viene inviato all’inceneritore, con una crescita dei costi per le utenze».

Un prezzo che non si pagherebbe solo in termini economici, ma pure ambientali e salutari, visto che un inceneritore è un’attività insalubre. Per quanto riguarda i pagamenti, infine, il Movimento ritiene ingiusto che si chiede ai cittadini di farsi carico delle insolvenze.

«Spetta ad Etra esigere il pagamento da tutte le utenze, perché non siamo più in un’ottica solidaristica com’era con la tassa - chiude Conte -. Non è giusto quindi chiedere di contribuire al costo di spazzamento delle strade a cittadini cui tale servizio non viene erogato».

Enrico Saretta

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