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Ragazzini al parco
pestati e rapinati
Scoperta la banda

Il commissario e il cellulareUno dei rapinatori e l’auto ripresi dalle telecamere dell’ospedale
Il commissario e il cellulareUno dei rapinatori e l’auto ripresi dalle telecamere dell’ospedale
Il commissario e il cellulareUno dei rapinatori e l’auto ripresi dalle telecamere dell’ospedale
Il commissario e il cellulareUno dei rapinatori e l’auto ripresi dalle telecamere dell’ospedale

«Dateci una canna», ma loro non avevano droga: gruppo di ragazzini picchiati e rapinati in un parco cittadino. Dopo approfondite indagini, gli agenti del commissariato hanno identificato i responsabili. Uno dei rapinatori, un marocchino, è morto per un aneurisma poche settimane dopo il fatto. L’altro, un nomade di 23 anni residente a Bassano, è stato denunciato.

L’episodio è avvenuto una sera dello scorso agosto: sei ragazzini dai 15 ai 17 anni stavano chiacchierando al parco Giovanni Paolo II, in via Vasco de Gama. Intorno alle 23 è arrivato un Fiat Ulysse, condotto da una ragazza. Ne sono scesi due ventenni, chiaramente su di giri, che si sono avvicinati al gruppo pretendendo che i ragazzini consegnassero della marijuana.

«Non abbiamo droga», hanno risposto i ragazzi. I balordi allora sono andati in escandescenza. Prima li hanno insultati e minacciati, poi hanno cominciato a perquisirli per rapinarli di tutte le cose di valore. Hanno sferrato anche un calcio nei testicoli a un ragazzino di 15 anni, arrivato da Thiene per passare qualche giorno da parenti, e gli hanno rubato uno smartphone di ultima generazione. Poi hanno minacciato gli altri: «State tranquilli sennò vi spacchiamo, abbiamo appena fatto a botte con altri». In effetti, uno dei balordi aveva una ferita al volto e perdeva sangue. Alla fine i rapinatori se ne sono andati con il telefono cellulare del ragazzo.

Le giovani vittime, accompagnate dai genitori, il giorno dopo hanno sporto denuncia al commissariato. Gli agenti del vicequestore David De Leo hanno avviato mele indagini, partendo dai filmati delle telecamere dell’ospedale San Bassiano, dove era possibile che la banda si fosse recata per farsi medicare. Non sbagliavano: nelle immagini dell’accesso al pronto soccorso, è stato notato un giovane che tentava di staccare la sbarra e proprio un Fiat Ulysse in uscita accanto a lui. In altre parallele indagini si è lavorato sulle celle telefoniche e i tabulati del telefono rubato: è stato rintracciato prima in Marocco poi a Ventimiglia. Era stato acquistato da un uomo estraneo alla rapina, che è stato comunque denunciato per ricettazione. Ciò ha permesso di identificare M.E., marocchino di 22 anni, che però era deceduto qualche settimana dopo per un aneurisma celebrale. Il complice R.B., nomade di 23 anni spesso in città, noto alle forze dell’ordine con precedenti specifici di polizia giudiziaria, ora dovrà rispondere dell’accusa di rapina. Ieri gli agenti del commissariato hanno restituito il cellulare rubato, del valore di quasi 400 euro, al legittimo proprietario.

Francesca Cavedagna

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